Nel pomeriggio di sabato 1 gennaio 2022 è morto Fiorenzo Narducci, 94 anni, consigliere a vita della Fondazione Nazionale Carlo Collodi.

A darne notizia è il presidente della Fondazione Collodi, Pier Francesco Bernacchi: “Era l’ultimo dei fondatori di questo ente che con il Monumento a Pinocchio posero la prima pietra di quello che sarebbe poi diventato il Parco di Pinocchio e oggi il Parco Policentrico Collodi – Pinocchio. Una scomparsa che ci ha commosso tutti, un uomo di grandi capacità e intelligenza. La Fondazione Nazionale Carlo Collodi esprime il suo cordoglio e si stringe attorno ai figli Daniele e Riccardo, alla nuora Isabella e ai nipoti Ester, Maddalena e Walter”.

I funerali saranno celebrati domani, 3 gennaio, alle 14.30 nella chiesa di San Michele a Pescia (accanto al liceo Lorenzini).

Biografia di Fiorenzo Narducci: la Fondazione, il Comune di Prato, le pubblicazioni
Fiorenzo Narducci (1928-2022) iniziò a lavorare all’anagrafe del Comune di Pescia quando ancora studiava ragioneria a Lucca. Il Comune fu dapprima la salvezza della famiglia che aveva visto distrutta casa e mulino da una bomba mentre era sfollata nella montagna pesciatina, durante gli ultimi anni di guerra, poi divenne la sua grande passione per tutta la vita, convinto com’è sempre stato che rappresenta il primo e più vicino servizio ai cittadini. Ancora giovane fu vice Segretario del Comune di Pescia e poi vincendo il concorso nazionale divenne Segretario Generale, sede nella quale rimase fino al 1977, con una parentesi di alcuni anni in cui fu Segretario del Comune di Uzzano in affiancamento a Pescia e dove ricevette la cittadinanza onoraria per l’impegno profuso. Durante la sua permanenza al Comune di Pescia fu Segretario del Pescia Calcio, l’altra sua grande passione.
Ricordava come un’avventura entusiasmante e pioneristica quando fu prima Segretario del Comitato per un Monumento a Pinocchio e poi uno dei Fondatori della Fondazione Nazionale Carlo Collodi, ricoprendo la carica di Segretario dell’ente e affiancando Rolando Anzilotti fino alla realizzazione del Parco di Pinocchio, dell’Osteria del Gambero Rosso e del Paese dei Balocchi. Per molti anni è rimasto l’ultimo dei Fondatori in vita. Suo figlio Daniele oggi è dirigente della Fondazione.
Nel 1977 divenne Segretario Generale del Comune di Prato e accompagnò quella città nello sviluppo e nella crescita eccezionale che Prato ebbe in quei 12 anni.
Già prima del 1977 aveva al suo attivo decine di pubblicazioni di carattere tecnico-legale sull’amministrazione dei Comuni, con l’arrivo a Prato divenne uno dei tecnici di punta dell’ANCI regionale e nazionale, da cui fu insignito della medaglia d’oro ed incaricato di trattare con il Ministero le nuove leggi sulle autonomie degli anni ’80 e ’90 che in buona parte scrisse e che portarono al rilancio degli investimenti e del ruolo dei Comuni.
Fu autore di centinaia di pubblicazioni e tra tutte primeggia la Guida Normativa per l’Amministrazione locale che fondò e diresse prima da solo e poi con suo figlio Riccardo.
In quegli anni fu nominato dal Governo Presidente del Consiglio Superiore della Pubblica Amministrazione ed ebbe numerosi riconoscimenti a livello nazionale per la sua opera a favore dei Comuni. Insegnò alla Scuola di Pubblica Amministrazione a funzionari e dirigenti dei Comuni italiani illustrando tutti i nuovi provvedimenti di legge di un ventennio e contribuendo alla riorganizzazione ed allo sviluppo degli enti.
Pur essendo per molti anni il primo nella graduatoria nazionale dei Segretari Comunali, non accolse le proposte di trasferimento in Comuni più grandi, ma lontani, perché ogni sera molto tardi con il treno dei pendolari voleva tornare a casa nella sua Pescia e con la sua famiglia.
Andò in pensione nel 1989, ma continuò a lavorare come consulente dell’ANCI e dei Comuni insieme al figlio Riccardo, a pubblicare manuali e saggi, a dirigere la Guida della quale curò personalmente molte parti fino a due anni fa.
Alla famiglia e ai Comuni ha dedicato tutta la vita, senza mai arretrare di un passo dai suoi principi di lealtà, correttezza e onestà, nella convinzione che l’ente locale debba essere accanto ai bisogni dei cittadini, come lo fu per lui in tempo di guerra.


Adele Tasselli
Giornalista Ufficio Stampa
Fondazione Nazionale Carlo Collodi

Comunicato stampa