Dopo mesi di assenza siamo tornati a editare le memorie d’infanzia raccolte in questi anni e a cercarne di nuove. Quindi se abitate nella provincia di Pistoia o in zone limitrofe, e conoscete qualche anziano che vi racconta continuamente del suo passato, contattateci.
Presto pubblicheremo la terza edizione cartacea e questa volta non comprenderà soltato testimonianze dal territorio della Valdinievole, ma anche dalla: Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Lazio, Veneto. Se volete fare un regalo natalizio un po’ diverso dal solito basta scriverci e prenotarlo. Oltre a finanziare il progetto “Rete delle Memorie Popolari”, potrete diffondere le storie di persone comuni che hanno avuto vite straordinarie. Non perdetelo.
Di seguito troverete gli ultimi arrivi con quattro splendide donne.
Morena Benedetti [Montecatini Alto – Pistoia]
Io sono nata il 7 maggio del ’42 a Montecatini Alto, nel Borgo accanto alle Benedettine, proprio durante la Seconda Guerra Mondiale. A quei giorni si nasceva tutti in casa e anche se ero piccola, ho ancora qualche ricordo, soprattutto di quando avevo tre/quattro anni. Anzi a dire la verità quando lo racconto, mi sembra ancora di vivere quei momenti. Ad esempio mi ricordo molto bene quando è tornato il mio babbo, io avevo tre anni e mezzo. Per molti anni lui fu prigioniero nei campi di concentramento come forza lavoro. Quando finì tutto ci mise due mesi per ritornare. Era talmente traumatizzato che non poteva vedere tirare un calcio neanche ad un sasso, diceva che ne aveva presi troppi in quel periodo. Ma non raccontò mai molte cose di quegli anni, non ne voleva parlarne. Mi ricordo quando tutti scappavano e io in braccio alla mia mamma guardavo queste scene di disperazione. Ricordo le cantine buie dove ci nascondevamo e le voci delle donne spaventate dai topi. Pensi che qua sotto c’è una Verginina dove ci morirono degli omini con una bomba lanciata dal Serravalle. Rimasi impressa quando vidi passare i loro familiari con un lenzuolino in mano ed i loro resti là dentro. Poi per fortuna finì la guerra e giù alla pieve rimasero solo gli Americani. Mi ricordo quando venivano su marciando tutti inquadrati, passavano per la strada dei Tanelli. Si fermavano spesso a riposare nel piccolo prato davanti a casa nostra e noi ragazzetti andavamo a vederli. Anche se più che vederli, andavamo lì, perché sapevamo che ci davano delle cioccolate. Infatti io che ero la più piccola del gruppo, mi mandavano sempre per prima, perché era sicuro che me l’avrebbero date. Ormai la guerra era finita e si stava meglio, rispetto a tutto quello che s’era vissuto. Per me erano solo militari e non avevo dei giudizi su di loro, l’unica cosa che mi colpiva e che molti di loro erano neri.
Maria Rosa Furini [Monsummano Terme – Pistoia]
Io sono nata nel ’46 a Villa Bartolomea in provincia di Verona. Sono Veneta e sono figlia di immigrati. Anche se ero molto piccola mi ricordo che dopo la guerra era tutta una maceria, ma nonostante tutto la gente sorrideva, si fischiava continuamente, si aiutava. E anche se c’era tanta povertà, c’era tanta solidarietà. Pensi che se quando arrivava la grandine qualcuno non faceva a tempo per il raccolto, c’era subito il vicino che gli dava una mano. E se c’era un anziano malato, non c’erano le badanti come oggi, ma erano sempre i vicini ad aiutarsi uno con l’altro. Se invece moriva qualcuno, erano sempre loro che vegliavo tutta la notte. Non so perché fosse così, probabilmente perché noi e soprattutto i miei nonni, erano contadini, quindi persone semplici. Però mi ricordo che s’era talmente uniti che a fine del raccolto si faceva la festa con tutti i balli. Quanti amori sono nati mentre si spannocchiava il granturco. Era un gioco: gli uomini si divertivano a far impaurire le donne e le donne si divertivano a urlare.
Maria Olimpia Sensi [Ponte Buggianese]
Io mi chiamo Maria Olimpia Sensi, sono nata in Padule, il 2 settembre del ’47 subito dopo la seconda guerra mondiale. La mia era una povera famiglia di contadini, il mi babbo, il mi nonno, i mi zii, tutti contadini. Io però quando arrivò l’età di 14 anni, andai a lavorare in fabbrica. A quei tempi nella zona ce n’era tante. Iniziai a confezionare pantaloni, si tagliava, si cuciva. Tutto.
Prima di quell’età, la vita l’ho passata con i miei genitori. Il tempo lo trascorrevo a guardare il mi fratello, la mi sorella… facevo quel lavoro. Infatti la mi mamma dicea: «O un vo fatto? Vo fatto perché mi dovete fa queste cose! No?». In famiglia eravamo noi tre, la mamma, il babbo e un nonno. I campi invece che avevamo, erano coltivati a grano e a granturco, e d’estate a fagioli. Ricordo che quando era il tempo di raccoglierli, aspettavano che diventassero tutti gialli, poi li svergevano e li portavano tutti a casa. Facevano delle montagne alte così e poi si mettevano lì a sbucciarli… e io li aiutavo. Però nei campi a lavorare non ci sono mai andata.
Graziella Ferretti [Massa e Cozzile – Pistoia]
Io sono nata a Massa e Cozzile, il 17 febbraio del ’38. La mia era una famiglia di contadini, gente povera, gente umile. In realtà sono nata a Vangile, però quando avevo tre mesi si tornò a vivere a Vacchereccia sotto la villa del Conte Pasquini. I miei lavoravano nel suo podere.
Mi ricordo che si giocava con gli altri bambini a rimpiattino, al salto alla fune… e poi, io che ero bimba o con i ciottolini a fare i mangiarini o alle bambole di pezza. Quella a cui ero più affezionata era fatta di celluloide. Gli facevo da mamma. Insomma di giocattoli pochi, anche se devo dire che a Befana, qualcosa arrivava.
A scuola sono andata a Margine Coperta. La mattina si partiva con il grembiulino, se non ricordo male era nero e la cartella di fibra in cui tenevamo: il libro, il quaderno, le matite. Si facevano due o tre chilometri a piedi in mezzo ai campi, tra le redole. Per fortuna quando pioveva ci s’aveva l’ombrello, ma sa a terra anche se non c’era la mota c’era l’erba, quindi i piedi te li bagnavi. Nel banco eravamo in due e ogni giorno con il pennino, si inzuppava nell’inchiostro e si scriveva. In verità scrivevo male, quindi non mi garbava tanto. Era difficile.
Via Montebello 91/a – Montecatini Terme (PT)
Comunicato stampa
Nella foto :Morena Benedetti