Ai piccioni vanno 750 mila semi per ogni milione piantato. Succede in Valdinievole, zona vocata al girasole. Una pianta bella che piace, anche agli animali selvatici. I piccioni ne sono ghiotti sia in fase di semina (estirpano le piantine appena spuntate), sia in fase di raccolta dove prelevano i semi direttamente dalle calatidi del girasole maturo. Le aziende di Michela Nieri e Paolo Giorgi sono due delle importanti realtà agricole della Valdinievole, tra l’altro producono girasoli. E come le altre aziende e colture subiscono le conseguenze dell’eccesso di animali selvatici. Per il girasole la ‘bestia nera’ è il piccione, che interviene quando le piantine spuntano da terra, estirpandole per mangiarle. “Abbiamo dovuto seminare i girasoli  due volte perché i piccioni hanno predato il 75% del seminato –spiega Paolo Giorgi, che è anche vicepresidente di Coldiretti Pistoia e usa la farina di girasole come apporto proteico all’alimentazione dei bovini del suo allevamento Le Corti”. Giorgi produce girasoli su circa 20 ettari di terreni in vari appezzamenti nell’area dei comuni di Monsummano Terme, Pieve a Nievole, Ponte Buggianese, Larciano e Chiesina Uzzanese.

Su medesima area della Valdinievole si trovano i 35 ettari di appezzamenti a girasoli di Michela Nieri, presidente di Coldiretti Donne Impresa Pistoia. “Noi abbiamo perso il 50% del seminato e poi in fase di raccolta i piccioni hanno ‘prelevato’ il 30% dei semi direttamente dalla calatide dei girasoli”.

Questo in presenza di tempestivi e preventivi interventi da parte della Polizia Provinciale, che coordina le squadre di cacciatori preposti. “Abbiamo chiesto e ottenuto interventi sui nostri terreni che hanno portato all’abbattimento di centinaia di piccioni –spiegano Nieri e Giorgi-. Purtroppo il numero di piccioni presenti è così alto che gli interventi, pur tempestivi e numerosi, limitano i danni che però rimangono importanti”.

Infatti, i girasoli e pure il mais, colture della Valdinievole per eccellenza e delle due aziende (che in totale coltivano 170 gli ettari), subiscono le conseguenze anche della presenza del cinghiale, che dissotterra i semi di mais e girasoli appena seminati, e poi radono al suolo le piante quando sono cresciute. E per quel che riguarda il mais anche i corvidi fanno la loro parte, appena seminato e in fase di raccolta mangiando la punta della pannocchia, facendo ulteriormente calare la resa per ettaro.

 

“Regione Toscana ha messo a punto e reso operativi una serie di provvedimenti di contenimento di fauna selvatica che vanno nella giusta direzione –spiega Gianfranco Drigo, direttore di Coldiretti Pistoia-. Purtroppo le diverse specie sono in numero tale da rendere indispensabile ripensare l’intera impalcatura normativa a livello nazionale, per ottenere risposte effettive e ridurre ad un numero fisiologico gli animali selvatici nelle nostre campagne e anche nelle nostre città. Ed in questa direzione Coldiretti sta lavorando”.

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Comunicazione Coldiretti Pistoia

Comunicato stampa