La competizione prevede lo scontro diretto tra le regioni che si sfidano attraverso pietanze tipiche rilette in chiave contemporanea, vagliate dal giudizio di Cristiano Tomei e Gennaro Esposito sotto la conduzione di Alessandro Borghese.
A rappresentare la Toscana proprio Michele Nardi che ha portato sulla tavola di Cuochi d’Italia l’unicità dell’Elba, attraverso i piatti della tradizione e ingredienti unici espressione dell’essenza dell’isola, cioè il connubio perfetto tra mare e terra. Un equilibrio espresso appieno dalle proposte presentate in televisione, prima tra tutti la Ribollita di mare, un piatto dal dna elbano: il cavolo nero della tradizione è stato sostituito con le erbe spontanee tipiche dell’Isola d’Elba a cui si aggiunge quanto offerto dal mare dell’arcipelago, come le seppioline e le lumachine di mare.
Un’altra proposta originale è stato il granchio favollo, specie diffusa nel mar Mediterraneo ma che all’Elba trova le migliori condizioni di habitat, ma sono apparse in trasmissione anche il Gurguglione all’elbana; la Zuppa d’ova, piatto della tradizione contadina, offerto ai braccianti dalle famiglie per cui lavoravano che esprimevano la loro ricchezza nel numero di uova usate per la preparazione; il Lesso rifatto, tipico toscano e qui reinterpretato in chiave contemporanea.
“Ogni piatto è un ambasciatore dell’Elba, un modo per raccontarla nel mondo attraverso profumi e gusti dell’Isola –sottolinea Michele Nardi – Nell’immaginario collettivo la Toscana è associata ai prodotti di terra mentre in trasmissione ho cercato di portare un punto di vista diverso, quello del mare toscano e del suo arcipelago”.
L’Elba e la sua biodiversità sono dunque l’ingrediente segreto, che il Parco Nazionale Arcipelago Toscano vuole tutelare attraverso il riconoscimento ufficiale di varietà locali dell’isola d’Elba. Il progetto è rivolto ad alcune piante ortive, tra cui la cipolla di Patresi, la cipolla ciatta e la cipolla della Zanca, il cavolo di Patresi e varie tipologie di fagiolo e pomodoro, ma anche specie autoctone di piante da frutto come susino, melo, pero, agrumi, ciliegio, vite e fico ancora oggi conservate negli orti e nei giardini privati. Si tratta di piante che costituiscono un ampio patrimonio dell’attività agricola del passato oggi esposto al rischio di estinzione, a causa della tendenza dell’agricoltura moderna all’utilizzo di varietà selezionate per ottenere la massima produttività. Queste tendenze infatti portano a soppiantare le colture tradizionali, che si riducono nel numero complessivo di varietà coltivate, impoverendo così la biodiversità agricola.
Erbe dell’Elba – dal profilo social di Michele Nardi
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L’isola d’Elba è facilmente raggiungibile in aereo e in traghetto dal porto di Piombino in un’ora di navigazione. Tutte le informazioni si trovano sul sito www.visitelba.info
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Ufficio stampa Visit Elba
Comunicato stampa