Si, è vero, vogliamo liquidare partecipazioni e beni strategici, così strategici che sono in liquidazione da più di quindici anni! Forse sarebbe l’ora che tutti si prendesse atto che siamo a 40 anni dalla legge Galli che stabiliva nuove norme per la gestione del sistema idrico integrato (Ambiti territoriali ottimali e gestore unico) e a 20 anni dalla sua piena attuazione in Toscana. Se si continua a parlare di chi ci ruba l’acqua, bisogna mettersi il cuore in pace, ce l’hanno già rubata per legge allora.
Quindi, è stata giusta la decisione di allora di entrare come fondatori in Acque spa, sia pure con una quota percentuale davvero minima, visto che partiva una nuova gestione che avrebbe coperto un territorio assai vasto, Pisa, Empolese, Valdinievole, ma a venti anni di distanza la situazione e i rapporti sono ormai consolidati e il ruolo dei comuni si esplica nell’assemblee dell’Ato, formata dai soli comuni, dove si definiscono la programmazione e il controllo dei piani di gestione e investimento.
Quindi, davvero nessuna perdita di ruolo o di asset strategico, considerando anche che comunque si rimane in Acque Spa con un terzo delle quote attuali. Per questi motivi il Coad non aveva più ragione di esistere, ecco perché fu messo in liquidazione e , all’inizio del 2019, deciso con l’altro socio, il comune di Villa Basilica, di procedere nella direzione della vendita.
Il depuratore di Veneri, la depurazione industriale non fa più parte del sistema idrico integrato che comprende solo l’acqua e la depurazione civile e la sua dismissione è pressoché un atto dovuto: sono le attività industriali che la necessitano che né devono assumere direttamente o tramite terzi il possesso e la gestione, esattamente come succede nella vicina Prato con il possesso e la gestione della depurazione conseguente all’industria tessile.
Queste le motivazioni tecniche e amministrative, ma per il depuratore di Veneri c’è ancora di più. Si tratta infatti di un impianto che necessita di forti investimenti per una sua necessaria riqualificazione, visto che con l’ampliamento dell’industria cartaria l’impianto non sarebbe più in grado di rispondere a queste necessità.
Quindi ci sembra evidente che chi ha bisogno di questo impianto si faccia carico anche dei relativi investimenti, senza pesare sulla finanza pubblica.
E al signor Liggio che ci accusa come maggioranza di una “colpevole assertivita’” vogliamo dire che al contrario di quanto da lui sostenuto, noi, la maggioranza consiliare, abbiamo ben chiaro necessità, percorsi e obbiettivi.
In questo percorso, la dai più richiamata Corte dei Conti, con il concetto che si vende per coprire “debiti”, non c’entra proprio nulla, visto che queste sono scelte che vengono da prima che la Corte dei Conti intervenisse, decise per i motivi già detti e per la necessità di finanziare investimenti sul territorio, Veneri in primis, per compensare i disagi sopportati per quarant’anni dai cittadini di quel territorio.
Certo, poi, se questa nuova entrata consentirà sia pure in parte, direttamente o indirettamente, di favorire il rispetto del piano di rientro del debito, del resto non causato da noi, ben venga.
Pescia Cambia
Comunicato stampa