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“Pinocchio e Buratino”, ovvero il Pinocchio di Carlo Collodi e il alter ego russo messi a confronto nella mostra di Yaroslav Svabodni e Ryta Tshimokhava al Parco di Pinocchio dal 16 luglio al 2 settembre 2019. “I due artisti bielorussi illustrano due Pinocchi molto diversi tra loro. Il primo è Yaroslav Svabodni che propriamente non si dedica a Pinocchio, ma a quel suo gemello d’Oltrecortina, quel Burattino protagonista de La chiave d’oro, il lungo racconto che nel 1936 Aleksej Nikolaevič Tolstoj trae dal capolavoro di Collodi, trasformandolo in una fiabesca metafora in chiave sovietica. Ryta Tshimokhava rimane invece fedele al burattino per antonomasia, tuffando il suo pennello, da abilissima acquerellista qual è, nelle pagine del romanzo collodiano per reinterpretare la galleria dei suoi personaggi calandola in un’atmosfera straniata ma evocativa” spiega Alfonso Cipolla che con Antonio Attini è curatore della mostra proposta dalla Fondazione Nazionale Carlo Collodi.
Nella Sala del Grillo sono esposte una cinquantina di opere: gli acquerelli di Tshimokhava e i quadri a tecnica mista (pittura, china e matita) di Svabodni. In mostra c’è anche un Pinocchio realizzato da un monaco ortodosso, fabbricati con del particolare legno dell’est europa” spiega Attini.
Le magiche atmosfere di una cultura leggendaria si ritrovano nei tratti dei due artisti: “Sbarazzino, impertinente, dalla legnosità ostentata il Pinocchio di Yaroslav Svabodni. Più infantile, riccioluto, bambinesco quello di Ryta Tshimokhava . Sono il segno di due mondi fantastici quasi agli antipodi, ma entrambi essenziali – scrive Alfonso Cipolla – Ambedue gli illustratori, infatti, al dinamismo dell’azione, all’immagine esemplare di un frammento narrativo, prediligono i caratteri dei vari personaggi immortalati in uno sguardo o in un gesto, pur essendo chiaro specchio di un immaginario. Il mondo di Yaroslav Svabodni ha una componente fortemente teatrale, è quasi il gioco di una messa in scena in cui far agire figure dalla fortissima personalità. E altro non poteva essere visto che la metafora scelta da Tolstoj per la sua trasposizione è proprio quella del teatro: la conquista della libertà da parte di tutte le marionette non più soggiogate da quel terribile manovratore di fili, da quel temibile burattinaio che è il capitalismo. A smorzare i toni, nelle sue tavole, è la giocosità di fondo di Yaroslav Svabodni e quel suo sguardo sornione, intriso d’un sottile umorismo liberatorio. Decisamente più onirico invece è il mondo di Ryta Tshimokhava . Il suo Pinocchio non ha nulla di burattinesco, è già un bambino fatto, col naso lungo sì, ma con gli occhioni sgranati per lo stupore di quel che gli accade. I suoi disegni sono come se racchiudessero un sogno in dissolvenza, dove immaginazione e realtà fossero state mescolate per lasciare, nel tempo, una scia di tenue sorriso velata di malinconia. Insomma da un lato l’infanzia come dimensione che accompagna e che soccorre, dall’altro l’infanzia come nostalgia e culla di sopore nel ricordo. Due artisti russi, due segni diversi, un’unica mostra per un Pinocchio da non dimenticare” conclude Cipolla.
La mostra è aperta tutti i giorni dalle 9 alle 20 (ultimo ingresso alle 19.15), compresi i festivi.
Per informazioni e biglietti: www.pinocchio.it – 0572 429342
Il Parco di Pinocchio è in via San Gennaro 5 – 51012, Collodi (Pescia – PT).
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Adele Tasselli
Fondazione Nazionale Carlo Collodi
Comunicato stampa