Il Sig. Lorenzo Puccinelli Sannini, segretario dell’associazione Italia Domani, ha inviato per e.mail questo articolo, che volentieri pubblichiamo :
Dizionario Sabatini-Coletti, termine: populismo. Significato:
1° Atteggiamento o movimento politico tendente ad esaltare il ruolo ed i valori delle classi popolari.
2° (spreg.) Atteggiamento demagogico volto ad assecondare le aspettative del popolo indipendentemente da ogni valutazione del loro contenuto, della loro opportunità.
Oggi tutti i nostri politici al potere utilizzano il termine populismo esclusivamente nella sua accezione spregiativa, accusando di populismo, appunto, i movimenti politici avversari. Questi signori che si autodefiniscono “democratici”, e ricordo che la parola deriva dal greco “δήμοσ” popolo e “κράτοϛ” potere, dovrebbero essere i primi a definirsi populisti, dato che affermano in continuazione di agire in favore dei legittimi interessi della popolazione. Ora a tutti è noto come i principali desideri del popolo italiano siano: l’incremento dei posti di lavoro, la drastica diminuzione della disoccupazione, soprattutto giovanile, un aiuto concreto a quei quasi 5 milioni di concittadini che vivono in povertà assoluta, il mantenimento della sanità pubblica, il controllo dell’immigrazione, la tutela dell’ordine pubblico, il freno dell’ingerenza dell’EU nei nostri affari interni, e “last but not least” direbbero gli inglesi, una drastica riduzione della pressione fiscale non solo sulle piccole e medie imprese ma anche sulla famiglia e sul singolo contribuente. A proposito della pressione fiscale, sempre questi “democratici”, ci spiegano con atteggiamento supponente, che se il popolo vuole ottenere tutte queste cose, deve accettare di venire tassato sempre di più. Affermazione falsa, come ci insegna tranquillamente la “new economy”: sarebbe sufficiente rigettare l’euro, moneta sciagurata non solo per l’Italia, e ripristinare una Banca Nazionale in grado di stampare moneta, per rimettere in moto quel circolo economico virtuoso che trarrebbe il Paese fuori dalle secche.
Ma torniamo al nostro vocabolo incriminato, il populismo. Ben vengano quei movimenti che affermano di essere populisti, se intendono il termine nel suo primo significato, quello positivo; perché qualora essi, una volta al potere, traducessero realmente in pratica l’aggettivo che li distingue, allora veramente andremmo incontro alla risoluzione dei problemi della gente. E ricordiamoci anche che la vera democrazia tende a coinvolgere il più possibile la popolazione al governo della Nazione attraverso l’elezione diretta dei suoi rappresentanti non solo partitici (aspetto ideologico) ma soprattutto esponenti della società civile (aspetto pratico). Il progetto di questo coinvolgimento esiste già, si chiama “partecipazione” ed è inserito nel programma di molti movimenti populisti.
Considerando che il governo dei così detti “democratici” si è finora occupato principalmente di curare gli interessi propri e non quelli del popolo, forse, alla prima occasione, sarebbe opportuno mettere alla prova i populisti. Chissà che, una volta tanto, il ben noto proverbio “cadere dalla padella nella brace”, non venga clamorosamente smentito.
Lorenzo Puccinelli Sannini
Inviato per e.mail