Sono 32 mila gli ettari di aree agricole non vocate in provincia di Pistoia, su cui non dovrebbero stazionare cinghiali. Si tratta di quasi il 40% della superficie agroforestale pistoiese. È quel che prevede il piano annuale 2017 di prelievo per il cinghiale nelle aree agricole, approvato dalla Giunta regionale della Toscana nei giorni scorsi, in attuazione delle Legge Obiettivo 2016-2018. Si tratta della cosiddetta caccia di selezione che si svolge sotto la supervisione degli ATC (Ambiti Territoriali di Caccia) nelle zone a vocazione agricola.
“Non dovrebbero, come prevede il Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP), ma purtroppo i cinghiali ‘pascolano’ e scorrazzano anche lì, tra vigneti, vivai, campi di mais e di altre colture facendo pagare un alto prezzo agli imprenditori agricoli -spiega Michela Nieri, presidente di Coldiretti Pistoia-. Coldiretti da tempo auspica che nelle aree non vocate la presenza sia eradicata, per consentire alle imprese di esercitare il loro diritto ad esistere. Il piano appena approvato se non altro amplia i tempi in cui si potrà effettuare la caccia di selezione”.
Il piano di Regione Toscana, approvato, con il parere positivo dell’ISPRA (Istituto Superiore per la. Protezione e la Ricerca Ambientale), prevede nel periodo da gennaio a dicembre 2017 (lo scorso anno il piano fu approvato a giugno) il prelievo di un numero complessivo di oltre 24.000 cinghiali in tutta la Toscana nelle aree agricole della regione (aree non vocate al cinghiale), che coprono una superficie pari a poco più di 1milione di ettari. Quindi quest’anno, da gennaio a dicembre, sarà possibile nelle aree a vocazione agricola la caccia di selezione al cinghiale per un tempo più lungo. Gli ATC possono sospendere tale caccia quando nelle aree vocate, soprattutto boschi, vengono previsti interventi di caccia in braccata. In questi periodi in cui viene sospeso il prelievo selettivo, nelle aree non vocate è comunque possibile la caccia al cinghiale in forma singola o con la tecnica della girata.
“Chi ha a cuore l’ambiente nella sua complessità, sa bene che avere cinghiali scorrazzare su strade o nei campi coltivati non porta nulla di buono -conclude Nieri-. Occorre, è quel che diciamo da tempo, una politica che riporti a numeri compatibili i selvatici. L’alternativa è avere abbandono di produzioni e calo di ricchezza, non sviluppo”.
Coldiretti Pistoia
Comunicato Stampa