Prosegue con crescente successo di partecipazione l’iniziativa “Una Costituzione migliore?” voluta dal Cipes per avvicinarsi consapevolmente al referendum del 4 dicembre. La terza serata ha avuto come tema centrale “I conti in tasca alla riforma. Sarà vero risparmio?”.
Per entrare nel merito e provare a verificare l’entità del risparmio ipotizzata dal governo, il professor Andrea Marchetti dell’Università di Pisa ha iniziato il percorso di analisi confrontando le dichiarazioni che il presidente del consiglio Matteo Renzi ed il ministro per le riforme costituzionali Maria Elena Boschi hanno rilasciato in diversi momenti del dibattito pubblico. Al moderatore della serata, l’ormai collaudato Riccardo Fineschi, è toccato il compito di animare la serata con domande e spunti di riflessione sempre puntuali e coerenti.
Dopo un’attenta verifica delle fonti e un opportuno lavoro di riscontro sono emerse numerose incongruenze tra l’entità del risparmio comunicato (un miliardo in prima battuta, di recente ridimensionato a 500 milioni di euro) e quello realmente perseguibile. La Ragioneria Generale dello Stato ha indicato in 57,7 milioni annui il risparmio accertabile (abolizione delle indennità parlamentari, riduzione dei senatori e abolizione del Cnel), il resto non presenta elementi sufficienti per effettuare un calcolo. A questo proposito però occorre segnalare che dei 500 milioni di risparmio indicati dal ministro Boschi, 320 dovrebbero scaturire dall’abolizione delle province: l’entità della cifra dichiarata pone inequivocabilmente questo provvedimento al primo posto tra quelli in gioco, ma si tratta di misure già prese due anni fa: il superamento dell’elezione diretta dei rappresentanti politici e l’abolizione della loro retribuzione sono contenuti nella legge Delrio (la 56/2014), attualmente in attesa di completa attuazione. La riforma costituzionale elimina dalla Costituzione ogni riferimento alle province ma ne prevede la sostituzione con enti di area vasta, i cui costi al momento non sono quantificabili.
Un passaggio interessante del discorso del ministro Boschi alla Camera dei deputati l’8 giugno 2016 riguarda il collegamento tra le riforme costituzionali e la (futura) crescita del PIL: secondo il ministro, grazie alla riforma, il Paese avrà più stabilità, tempi certi di approvazione delle leggi e chiarezza nei rapporti tra Stato e Regioni, tutti elementi che contribuiranno alla crescita della ricchezza per i maggiori investimenti che ne seguiranno. Tuttavia tale previsione non è suffragabile da nessun dato certo, soprattutto se si tiene conto che la stabilità del governo non è mai garantibile a priori e che il nuovo Senato, per sua natura, potrà rappresentare un indirizzo politico alternativo su materie di una certa rilevanza. Quanto alla certezza dei tempi, le statistiche ci offrono un quadro chiaro sull’uso della “navette” parlamentare (nella scorsa legislatura nel 75% delle leggi non è stata necessaria) e sui tempi di approvazione delle leggi (172 giorni per le leggi di iniziativa governativa, circa l’80% del totale).
Chi lo desidera potrà scaricare e consultare le slide (in basso i link ai vari documenti) che il prof. Andrea Marchetti, come del resto aveva fatto in precedenza il suo collega Fabio Pacini, ha illustrato molto proficuamente nel corso della serata.
L’appuntamento con l’ultimo incontro è per mercoledì 23 novembre alle 21, quando affronteremo la “controriforma” del Titolo V sempre sotto la guida di Andrea Marchetti ed il coordinamento di Riccardo Fineschi.
I DOCUMENTI
La presentazione completa
Una nota sull’uso della navette in sede di approvazione delle leggi
Tempo medio di approvazione delle leggi
Statistiche relative alla produzione normativa
Ciper Pistoia
Comunicato stampa