Il prof. Carlo Vivaldi-Forti, presidente dell’associazione Italia Domani, ci invia questo interessante articolo che volentieri pubblichiamo :
Il risultato del referendum britannico segna l’inizio della fine dell’Unione Europea, almeno così come la conosciamo. La vittoria della Brexit non rappresenta la scomparsa dell’idea d’Europa in quanto tale, ma di una Europa che si era ormai ridotta a cassa continua della mafia finanziaria globale. Questa, nel corso degli anni, ha imposto una serie di trattati, facendoli approvare dai singoli parlamenti nazionali , agitando il consueto ricatto delle Borse e degli spread , che in pratica si sono tradotti in un ladrocinio legalizzato a danno di chi onestamente lavora e si guadagna da vivere.
Adesso tutto questo sta per finire, è soltanto questione di tempo. La precisa sensazione dell’apocalisse prossima ventura proviene dalle reazioni scomposte e contraddittorie dei poteri forti stessi. Questi si sentono ormai assediati, prigionieri nel cul de sac in cui si sono infilati per la loro insaziabile e smodata sete di facile guadagno. Le loro decisioni irrazionali , che cambiano radicalmente nello spazio di poche ore, ricordano da vicino la follia di Hitler nel bunker. A salvare i loro assurdi privilegi non servono neppure i delitti di cui si sono macchiati, come l’omicidio di Joe Cox, madre di famiglia sacrificata inutilmente sull’altare della stupidità e della crudeltà umane.
Sulle macerie di questa Europa di banditi, che di sicuro nessun cittadino onesto rimpiange, bisogna ricostruirne una nuova e ben più degna: quella dei popoli, ossia dei cittadini. Il suo pilastro dovrà essere un ordinamento partecipativo integrale, cioè una democrazia diretta e non delegata, in cui la corrente decisionale proceda dal basso verso l’alto, ponendo definitivamente fine alla tirannia della mafia finanziaria, delle agenzie di rating e dei parlamentari da essa corrotti.
Mai come adesso la parola d’ordine è : PARTECIPAZIONE.
Nello sconquasso generale che stiamo vivendo non è forse una grande soddisfazione poter affermare io l’avevo detto, ma sul piano personale averci sempre visto giusto ( i miei primi studi sulla partecipazione risalgono al 1965, come sa chi mi conosce bene) è davvero una bella soddisfazione.
Ora si tratta di passare dalla teoria alla pratica : il momento è giunto.
Intanto, prepariamoci a far trionfare il NO al referendum d’ottobre: adesso mi sento decisamente più ottimista.
Prof. Carlo Vivaldo-Forti
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