Il sig. Lorenzo Puccinelli Sannini, segretario dell’associazione Italia-Domani ci invia questo interessante articolo che volentieri pubblichiamo augurando a tutti i visitatori del nostro blog una buona lettura :

“Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” recita il Vangelo di Matteo. Fuor’ di metafora questo significa che l’umanità, per riuscire a percorrere il suo difficile cammino, necessita non solo di beni materiali, ma anche e forse sopra tutto, di valori in cui credere. Ogni volta che questi valori vengono meno si manifesta una catastrofe. Di questa realtà la storia ce ne offre molteplici esempi: la caduta dell’Impero Romano, la Rivoluzione Francese, la seconda Guerra Mondiale, tanto per citarne solo alcuni. Quando i valori, che costituiscono le radici e le fondamenta del vivere civile, vengono cancellati, l’uomo tenta di sostituirli con altri ideali, ma inutilmente. Perché i valori autentici non si possono inventare: essi scaturiscono spontaneamente dal cuore, dall’anima, dall’intelligenza dell’essere umano che si è accorto di non poter vivere senza di essi e sono, per forza di cose, sempre gli stessi. La storia ce li indica: il bisogno di un senso di spiritualità trascendente; la chiara consapevolezza di far parte di un gruppo contraddistinto dagli stessi costumi, dalla medesima lingua, dalle tradizioni condivise; il senso di unione, di protezione e di calore derivante dalla solidità del nucleo familiare; il rispetto per la vita in tutti i suoi momenti e le sue forme; l’aspirazione alla giustizia; il culto della bellezza; il rigetto della crudeltà e della violenza fine a se stessa. Quando questi elementi, essenziali al vivere civile, cominciano a tremare e gradatamente si spengono come una candela consumata dalla sua stessa fiamma, l’uomo nella sua infinita arroganza e stoltezza, pensa di sostituirli facilmente, indicando ai suoi simili altri obiettivi come il denaro ed il potere, illudendosi che la materia possa sostituire lo spirito.
Oggi stiamo appunto vivendo uno di questi tragici periodi storici, periodo iniziato circa mezzo secolo fa e che sta raggiungendo il suo zenit proprio in questi ultimi anni. Chi scrive è giunto ormai a percorrere il tratto finale del suo cammino e può quindi, ringraziando Iddio di avergli consentito di trascorrere la maggior parte della vita in un mondo ancora sopportabile e talvolta anche piacevole, raccogliere le poche energie disponibili per raggiungere in pace ed in relativa tranquillità l’ultimo traguardo. L’amarezza quindi che credo pervada quasi tutta la mia generazione, perlomeno coloro che si rendono conto di stare assistendo al crepuscolo di una civiltà, non è rivolta a se stessi ma è proiettata verso i giovani. Sono infatti i nostri figli e i nostri nipoti quelli che stanno scontando e che sconteranno nel prossimo futuro le conseguenze della nostra cecità ed è a loro che dovremmo chiedere perdono. Penso tuttavia che il perdono debba esser meritato e che, forse, invece di attendere ormai rassegnati e inoperosi l’inevitabile ultimo viaggio, dovremmo armarci di coraggio ed iniziare a fare quello che non abbiamo fatto anni fa: riaccendere quella candela, ravvivare quella fiamma quasi spenta, recuperare quel poco che è rimasto dei valori e degli ideali che hanno illuminato la nostra infanzia e la nostra gioventù. Certo non sarà un compito facile perché si tratta di ricostruire l’intero bagaglio storico, culturale e morale di tutto un popolo, di un’intera nazione, combattendo nel contempo una guerra feroce contro quei poteri che, per il loro egoistico interesse, hanno deciso di distruggere millenni di civiltà e di togliere alle giovani generazioni perfino la loro dignità umana e civile. Noi probabilmente non avremo il tempo di vedere l’esito della battaglia, ma potremo comunque nutrire la soddisfazione di aver saputo indicare ai nostri figli quale sia la via da percorrere per recuperare quei valori che, soli, potranno restituire loro l’entusiasmo e l’amore per la vita”.

Lorenzo Puccinelli Sannini