Gli zingari hanno distrutto tutte le fotocellule dei cancelli, nonché alcune telecamere, ed infine dalla cabina Enel hanno azionato il pulsante di emergenza per il distacco della corrente elettrica”, questo il testo della comunicazione che il responsabile tecnico dell’Area della Ricerca di Sesto Fiorentino, Geom. Andrea Felici, ha diffuso alle rappresentanze sindacali di base, e tramite queste all’intero personale, con riferimento all’ennesimo di una lunga serie di gravissimi episodi che hanno visto protagonisti degli zingari rom, presumibilmente provenienti dal campo situato ad appena 200 metri dall’Area della Ricerca.
Domenica scorsa, si apprende, questi hanno provato a entrare nell’Area, danneggiato alcune telecamere di sorveglianza dell’edificio e staccato la corrente elettrica dalla cabina esterna dell’Enel. L’area è rimasta senza corrente elettrica, danneggiando importanti server, computer e sistemi di raffreddamento.
A seguito di questo attacco, lo stesso responsabile tecnico dell’Area e il Presidente Dott. Antonio Raschi hanno tempestivamente chiesto un incontro al Commissario Prefettizio di Sesto Fiorentino il quale, invece di concedere udienza immediata come sarebbe stato logico e doveroso, ha rimandato l’appuntamento di diverse settimane.
“L’Area della Ricerca di Sesto Fiorentino – dichiara Saverio Di Giulio, responsabile di Sovranità a Firenze – è di fatto ostaggio dei rom del campo di via Madonna del Piano, di cui si continua a consentire l’esistenza nonostante il degrado evidente perfino dalle immagini satellitari, la prossimità a un’infrastruttura vitale per la ricerca in Toscana e in Italia, ma soprattutto a seguito di innumerevoli e gravissimi episodi di teppismo e intimidazione”.
“Danneggiamenti alle auto e ai motorini in sosta, lancio di oggetti contro i mezzi in transito davanti al campo, inclusi alcuni autobus, intimidazioni e minacce alle donne all’uscita serale dall’Area – denuncia ancora Di Giulio – e innumerevoli incursioni, furti di biciclette, danneggiamenti all’interno della struttura. Mentre sia il Sindaco di Sesto sia il Commissario prefettizio fanno finta di niente e preferiscono coccolare rom e immigrati piuttosto che salvaguardare la sicurezza e la tranquillità dei ricercatori e del personale”.
“Se davvero si crede che il rilancio economico dell’Italia passi anche attraverso la ricerca, – attacca e conclude l’esponente di Sovranità – allora garantire la sicurezza e la continuità delle attività dell’Area di Sesto dovrebbe essere in cima ai pensieri delle autorità responsabili. Sovranità, che già in occasione dell’incontro pre-elettorale organizzato presso l’Area con il candidato Claudio Borghi ebbe a denunciare questa incredibile situazione, si mette a disposizione dei ricercatori e del personale dell’Area per qualsiasi azione volta a ristabilire le minime condizioni di sicurezza e normalità”.
Ufficio Stampa Sovranità Toscana
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Comunicato stampa