Valorizzazione della carne di razze autoctone di bovini (chianina), suini (cinta) e ovini: supporto distributivo per le aziende zootecniche toscane. Di questo si occupa Agrozootecnica Toscana, alla cui guida è stato nominato il pistoiese Paolo Giorgi, 30 anni a settembre, imprenditore agricolo e da due anni a capo dei giovani imprenditori agricoli di Coldiretti Giovani Impresa della Toscana e di Pistoia.
Agrozootecnica Toscana è la società di scopo di Fai (Filiera agricola italiana) nata nel 2013 con l’obiettivo di valorizzare la produzione di carni di razze autoctone fungendo da ‘intermediario’ unico nelle trattative con la Grande distribuzione organizzata (Gdo).
Paolo Giorgi è stato nominato nuovo Presidente di Agrozootecnica Toscana dal consiglio di amministrazione della società. Vice Presidente è stato nominato Roberto Nocentini, allevatore del Mugello e che è il presidente dell’Associazione regionale allevatori (Ara), che affiancherà Giorgi nell’attuazione degli obiettivi della società.
Allevatore di un’importante azienda di bovini da carne di Pieve a Nievole, nella Valdinievole, nonostante la giovane età, Giorgi ha già maturato esperienze importanti sia livello regionale che nazionale: è l’attuale Delegato Giovani Impresa Coldiretti Pistoia e Toscana ed è membro dell’Esecutivo nazionale dei giovani imprenditori under 30 di Coldiretti.
“Vogliamo e dobbiamo potenziare i già buoni risultati dei primi mesi di attività di Agrozootecnica Toscana. Agendo su tutti i tipi di allevamenti da carne di qualità: inclusi gli ovini, accanto a bovini e suini. La struttura commerciale della società di scopo ci permette -spiega Paolo Giorgi- di trattare con la grande distribuzione organizzata non per una singola azienda, ma per un gruppo numeroso ed importante di aziende del settore che offrono prodotti di filiera di qualità garantite nella provenienza, nel legame con il territorio e nei metodi di allevamento comunicando la distintività del Made in Italy”.
Agroozootecnica Toscana pensa come far ottenere all’allevatore un prezzo equo, puntando sulla valorizzazione della qualità: “che non è un elemento accessorio -spiega Giorgi- al contrario, è l’elemento che fa la differenza, permettendo di ottenere quel valore aggiunto fa sviluppare le aziende”.
Per ridurre e razionalizzare i costi, la macellazione dei vitelloni o delle cinte avviene in mattatoi convenzionati che aderiscono al progetto. “Attraverso la società possiamo migliorare il reddito degli agricoltori e garantire ai consumatori un prodotto di origine sicura, italiana e tracciata”.
Comunicato stampa