“Seppure dopo alcuni rinvii, sembra che, in Toscana come in alcune altre regioni, stia partendo la “RICETTAZIONE ELETTRONICA”.
Propagandata come foriera di futuri risparmi epocali, per il momento sta comportando notevoli costi per la sanità regionale già in grave difficoltà a garantire servizi decorosi a costi ragionevoli ai propri cittadini. Sicuramente è un business enorme per i gestori informatici a cui è stato affidato il servizio e sarebbe interessante conoscere che genere di legame esista tra tali gestori ed i vertici regionali. Pensiamo, anche solo come esempio minimo, al costo di 6-7 euro per ogni tessera elettronica di cui sono state forzatamente dotate tutte le migliaia e migliaia di medici di ogni ordine e grado operanti a vario titolo con il Sistema Sanitario Regionale!!
Al di là però dell’aspetto economico, ben più significativo è quello operativo. Si tratta di un sistema che sottrarrà ai medici altro notevole tempo che invece andrebbe ben meglio utilizzato a favore del paziente.
La reale funzione di tale “rivoluzione” è duplice, da una parte utilizzare un atto medico, come la ricettazione, anche come strumento di verifica tributaria (fasce di reddito, esenzioni, quota tiket, ecc.), dall’altra quella di costituire una sorta di “grande fratello sanitario”. In tal modo infatti sarà verificabile in tempo reale ogni prescrizione con l’intento repressivo di perseguire il più rapidamente possibile i professionisti che si discostino dalle indicazioni regionali. Indicazioni volte al risparmio a tutti i costi piuttosto che al diritto dei cittadini ad essere curati nel modo migliore possibile, quando invece, su altri versanti, la Regione non bada a spese.
Senza contare poi come una bella fetta dei risparmi effettuati con questi tagli sulla pelle dei cittadini, vada ad ingrossare i già lauti stipendi dei colletti bianchi della sanità regionale ed il restante fluisca in altri capitoli di spesa.
E’ curioso infatti che per farmaci, personale e servizi ai cittadini non ci sia mai una lira mentre per i faraonici interventi di “edilizia sanitaria” come pure per l’acquisizione di sofisticati ed avveniristici apparecchi tecnologici i soldi non manchino mai. E’ notizia recente come in Toscana siano distribuiti e sotto utilizzati ben 7 strumenti per la chirurgia robotica mentre nella Francia intera ve ne siano 5!! Evidentemente per certe cose esiste un ritorno per qualcuno che, nella migliore delle ipotesi, consiste nel poter organizzare, gestire e consolidare il consenso per gruppi di potere.
Uno degli aspetti più sconcertanti però è il coinvolgimento in Toscana, a differenza di altre regioni, dei MEDICI OSPEDALIERI. Sarebbe l’ora di un SUSSULTO di DIGNITA’ da parte della categoria, a livello regionale e provinciale, in difesa della propria professionalità.
Difatti la continuità diagnostico-terapeutica dei pazienti è a carico del medico di base, l’ospedaliero svolge il ruolo di consulente e quindi avrà il compito di “consigliare” una terapia che sarà poi prescritta dal curante solo se e quando da lui condivisa. Stesso discorso vale per esami ed accertamenti che, allo stesso modo, il consulente “consiglierà” ma che saranno prescritti dal curante qualora egli condivida il percorso indicato dallo specialista. Tutto ciò perchè si riconosce correttamente al curante la conoscenza globale del paziente derivante dalla continuità assistenziale.
Ora però la faraginosa metodica della “ricettazione elettronica” viene ad interferire pesantemente con i tempi dedicati all’assistenza già abbondantemente saccheggiati da una serie infinita di adempimenti burocratici. Per di più per una CATEGORIA come quella dei MEDICI OSPEDALIERI che la REGIONE TOSCANA sta TARTASSANDO da TEMPO. Sempre meno, sempre più anziani, mal pagati, sempre più esposti al contenzioso giudiziario e praticamente senza tutela assicurativa.
Infatti i MEDICI OSPEDALIERI TOSCANI (assieme ai colleghi umbri non a caso) SONO I PEGGIO PAGATI d’ITALIA!! Guadagnano 7000 EURO lordi all’anno MENO che in Lombardia, Calabria ed Emilia, 16000 MENO che in Veneto, 6000 MENO che in Lazio, Puglia ed Abruzzo e via discorrendo per non parlare dei “paradisi” delle province autonome: 26 mila meno che a Trento, 41 mila meno che Bolzano.
In questo sconfortante quadro regionale poi, i MEDICI della ASL di PT sono trattati ancora peggio da ogni punto di vista.
-ECONOMICO: i PEGGIO PAGATI di TUTTA la REGIONE!!
-ORGANIZZATIVO: ultima AMENITA’ l’IMPOSSIBILITA’ del RECUPERO ORE
-NORMATIVO: non ultimo il fatto che, da anni, non sono stati più corrisposti gli ormai UNICI DUE SCATTI di CARRIERA previsti, UNO al compimento dei 5 ANNI ed il SECONDO a 15 ANNI mentre sembrerebbe che altre ASL regionali li riconoscano.
Ed in questa situazione, già di per sè alquanto deprimente, il Governatore si sta attrezzando a TRASFORMARE CENTINAIA e CENTINAIA di SANITARI in ESODATI CONDANNATI A PENSIONI DUBBIE e COMUNQUE PESANTEMENTE PENALIZZANTI!!
NON CONTENTO, vorrebbe poi TRASFORMARE gli OSPEDALIERI SUPERSTITI in “MEDICI della MUTUA”?! Con tutto rispetto della categoria però se avessimo voluto intraprendere tale strada, l’avremmo fatto da giovani. Certo, anche i medici di famiglia sono sempre più oberati dalla burocrazia ma SI TRATTA di LAVORI MOLTO DIVERSI COME BEN DIVERSI SONO ANCHE I COMPENSI che oggi vedono quelli dei MEDICI di FAMIGLIA, a livello nazionale, mediamente SUPERIORI del 38,4% (fonte: Studio di Analisi Comparata del lavoro medico in Italia da parte del Sindacato Medici Italiani)
Con questi chiari di luna sarebbe quindi auspicabile che i medici ospedalieri, in nome della propria dignità, rispedissero al mittente la questione della ricettazione elettronica tornando con fierezza e ritrovato orgoglio a ciò che ancora sopravvive del proprio ruolo!!”
dott.G.FIORE
COMUNICATO STAMPA