In una articolo di Maria Salerno pubblicato oggi su Il Tirreno emerge che:
“In meno di 5 mesi, due tra le più importanti attività storiche del territorio pesciatino, la Cartiera Magnani e la Paoli Rosa hanno chiuso i battenti, lasciando a casa 40 lavoratori”.Un durissimo colpo all’occupazione del nostro Comune.
“Se i dipendenti della Magnani sono in mobilità e qualcuno, visto l’età, usufruirà del prepensionamento, quelli della Paoli Rosa, trattandosi di una piccola azienda artigiana con meno di 15 dipendenti non hanno potuto beneficiare nemmeno degli ammortizzatori sociali, salvo un’indennità di disoccupazione (pari all’80% dello stipendio) per 12 mesi al termine dei quali ognuno sarà abbandonato al suo destino. Ad accomunare entrambe le realtà è il drammatico paradosso secondo cui non sarebbe stata la mancanza di lavoro ad averne decretato la chiusura.
«Fino ad un mese prima che la ditta dichiarasse fallimento – spiega Carlo Silvestri, responsabile commerciale della Paoli Rosa – stavamo vagliando la possibilità di lavorare 24h/24, cioè passare dai 2 turni ai 3 turni proprio a causa della gran mole di lavoro».
Lo stesso accadeva alla Magnani: «Commercialmente negli ultimi anni era andata piuttosto bene – racconta Francesco Natali, responsabile commerciale – in particolare il 2013 era stato un anno buono, per cui l’azienda sarebbe potuta rimanere sul mercato ancora a lungo, i nostri prodotti sono sempre stati molto richiesti».
Ma in entrambi i casi problemi strutturali, legati soprattutto all’obsolescenza degli stabilimenti o dei macchinari, all’impossibilità di nuovi investimenti hanno reso insufficiente l’impegno e la disposnibilità delle maestranze nel voler tenere in piedi la produzione. Quale destino attenderà adesso le due ditte? In entrambi i casi si tratterà di trovare un acquirente.
La Paoli Rosa potrebbe averlo trovato di già. Si tratterebbe della Celtex di Pistoia di Andrea Bernacchi, azienda che occupa circa 150 addetti e si occupa direttamente di tutto il processo produttivo, dalla cartiera alla trasformazione. In una recente riunione a Pistoia ai dipendenti è stata annunciata una riapertura per l’inizio di ottobre. Per 5 o 6 di loro si profilerebbe addirittura la possibilità di un reintegro. Differente la situazione Magnani, dove l’incertezza sugli assetti proprietari potrebbe pesare non poco sulla possibilità di trovare un nuovo acquirente. Ricordiamo che dopo anni di traversie societarie, passaggi di proprietà, lo spettro di una probabile chiusura continuamente evocato, 4 anni fa un gruppo di imprenditori coraggiosi guidati dall’ingegner Renzo Cardini aveva dato vita ad una nuova società, la Magnani Srl, che aveva fatto sperare tutti quanti in una ripartenza vera, che c’è stata, ma la nuova società non si è mai di fatto trovata d’accordo per un’acquisizione con la vecchia curatela fallimentare.
Proprio questo «alone di incertezza sul futuro – ipotizza Natali – potrebbe essere stato alla base dell’impossibilità di trovare le risorse finanziarie per fare degli interventi, che in un immobile del 300 si sarebbero resi assolutamente necessari». Tanti gli imprenditori in visita alla Magnani negli ultimi mesi, ma ad oggi non è giunta nessuna offerta per quel marchio che tre anni fa aveva ricevuto da Unioncamere nazionale un prestigioso riconoscimento per «aver contribuito con il proprio merito imprenditoriale alla costruzione del sistema economico italiano».
Fonte : Il Tirreno
1 commento
francesco says:
feb 26, 2015
Vergogna, Vergogna , è inaccettabile che un azienda STORICA del nostro paese sia lasciata a se stessa, VERGOGNA!!! solidarietà sentita e sincera a tutti i dipendenti.