Riceviamo dal prof. Carlo Vivaldi-Forti, presidente dell’associazione Destra Domani, questo interessante articolo che volentieri pubblichiamo :
“Non capita spesso ad un intellettuale di destra, quale mi considero, scoprire convergenze con colleghi della parte opposta. Se questo avviene occasionalmente si può trattare di una coincidenza, ma se la discussione abbraccia aspetti di notevole complessità ciò può significare una cosa sola, che i termini di sinistra e destra, ereditati dal parlamentarismo sette-ottocentesco, non appaiono più idonei alla descrizione e comprensione della realtà odierna. Ed è proprio questo il dubbio che mi è sorto , leggendo un interessante saggio del sociologo torinese Luciano Gallino, Il colpo di Stato di banche e governi , pubblicato da Einaudi lo scorso anno.
Pur evitando una completa esegesi del testo, che richiederebbe molte pagine, è sufficiente soffermarsi su un tema specifico , affrontato nel capitolo 9, per giungere a simili conclusioni. Si tratta di una interpretazione largamente condivisibile circa la manipolazione del governo nella società attuale , soprattutto in Europa ma non soltanto, mediante strumenti , dall’autore definite tecnologie, psicologici e sociologici così raffinati, che le stesse vittime si rivelano incapaci , il più delle volte, di accorgersene. L’argomento, si dirà, non è nuovo. I precedenti risalgono addirittura all’arte della retorica greco-romana, ma se preferiamo spostarci in tempi più recenti, la propaganda dei regimi totalitari rappresenta un illustre esempio di manipolazione delle coscienze. Tra gli studiosi più attenti del fenomeno si collocano i seguaci della Scuola di Francoforte, malgrado che questa non si presenti affatto monolitica , bensì divisa in correnti progressiste o rivoluzionarie , e altre conservatrici se non reazionarie.
Preciso subito che non mi trovo d’accordo con nessuna di queste definizioni. Le scienze sociali, se praticate con serietà e rigore, non differiscono, nel metodo, da quelle naturali. Le une e le altre rappresentano strumenti interpretativi della realtà, dei quali possono indifferentemente servirsi ideologi e militanti di diverse tendenze. Se leggiamo in questa prospettiva il libro di Gallino, al pari di altri analoghi, non si tarda a comprendere che le vecchie definizioni orizzontali di destra e sinistra tendono a perdere significato, mentre se ne delinea un’altra, verticale, tra coloro che manipolano e coloro che sono manipolati. La lotta politica si sposta , in prospettiva, dalla contrapposizione tradizionale fra ricchi e poveri, proprietari e proletari, a quella che vede protagoniste le esigue , spesso inafferrabili élite di chi accentra tutto il potere e le sterminate masse di chi invece ne è privo.
Tale posizione, già presente in nuce presso autori quali Horkeimer, Adorno , Fromm, Marcuse, diviene assolutamente esplicita nel pensiero dei nuovi critici del neocapitalismo, dominato dalla collusione fra il sistema finanziario , la grande industria multinazionale assistita, i partiti tradizionali, i sindacati storici, i parlamenti e i governi. L’impressione, anzi, è che i superati antagonismi di tipo parlamentare vengano mantenuti artificialmente in vita , da parte degli imbonitori istituzionali dell’opinione pubblica, al precipuo scopo di non rendere palese la nuova dimensione della guerra sociale, che se fosse compresa dalla generalità dei cittadini anziché da una ristretta minoranza d’intellettuali, metterebbe a serio rischio la stessa posizione di comando di chi realmente la dirige. Ci troviamo quindi di fronte a una manifestazione inedita del divide et impera: occorre far credere agli sfruttati e ai danneggiati dal sistema, che la colpa delle proprie sofferenze sia da attribuire di volta in volta a se stessi, ai vicini, ai colleghi, al proprietario della piccola impresa in cui si lavora, al capoufficio, ecc. Questo, per non permettere di individuare i veri autori del massacro a cui stiamo assistendo.
Gli strumenti con cui i nuovi feudatari cercano di confondere e ottenebrare la mente dei sudditi, sono quelli offerti da una scienza a sua volta manipolata, che anziché mirare alla verità oggettiva, si costituisce come supporto di un potere subdolo e totalitario. Quella contrapposizione di cui parlavamo prima, fra individui, partiti e realtà sociali diverse, coinvolge e condiziona pesantemente l’intero universo della conoscenza ufficiale. La maniacale settorializzazione , magnificata come la strada maestra verso il progresso, si trasforma invece nella incomunicabilità tra i differenti settori della ricerca, e ciò in assoluto contrasto con tutto il processo storico del pensiero, dalla filosofia greca fino al Rinascimento , non escludendo quei secoli impropriamente definiti bui dell’età di mezzo, nei quali, al contrario, l’umanesimo ha scritto alcune delle sue pagine più gloriose. Se i nomi di Agostino, Tommaso d’Aquino o Dante Alighieri si possono definire oscurantisti , allora io sono un marziano! Già nel 1982 pubblicai un saggio, Problemi di metodologia scientifica nella ricerca psicologica umanistica, in cui stigmatizzavo la pessima abitudine del sapere moderno di procedere a compartimenti stagni, scorgendo in ciò il tentativo di occultare la verità sull’uomo, a puro scopo di dominio.
Anche qui trovo molte coincidenze con l’analisi di Gallino, che usa parametri tipicamente psicoanalitici per descrivere le tecnologie del controllo totale. Secondo lui, queste si sono estese e raffinate col tempo. Mentre nel diciannovesimo secolo, all’epoca dei padroni delle ferriere, il condizionamento procedeva in maniera rozza, interessando esclusivamente l’istanza dell’Io , la più vicina al principio di realtà, a partire dagli anni ’30 del 1900 esso si è esteso progressivamente in alto e in basso, al Super-Io e all’ Es, cioè agli aspetti morali-normativi e a quelli istintuali della psiche. Ciò spiega per quale motivo il dissenso, anche di fronte ai comportamenti palesemente criminali dell’élite politico-finanziaria, sia così lento ed incerto a manifestarsi: la disobbedienza, sia pure a norme ingiuste e disumane, è vissuta con un forte senso di colpa, introiettato attraverso la pseudo morale diffusa da tutte le agenzie pedagogiche, con la minaccia di emarginazione per coloro che vi si abbandonano. All’estremo opposto si inculcano bisogni fasulli, che però l’emulazione e l’imitazione rendono reali, i quali interessano direttamente l’Es, istanza primordiale e istintiva, fino a non molto tempo addietro sfuggita al controllo generalizzato. Queste forme, o tecnologie manipolatorie, dovrebbero funzionare come prevenzione della rivolta.
In tale analisi vi è molto di vero, anche se l’autore si lascia spesso andare ad un pessimismo eccessivo, riconducibile alla sua formazione materialista. In realtà il cambiamento è sempre possibile, anche nelle circostanze più estreme e nelle più spietate tirannie. Lo spirito possiede una forza intrinseca, derivante da quella scintilla divina di cui è espressione e che a Gallino sfugge a motivo dei suoi pregiudizi ideologici, che prima o poi si manifesta sempre , quando la dignità umana è calpestata e umiliata oltre i limiti di tollerabilità. Ecco perché io , a conclusione del mio citato saggio, non prevedo l’avvento di un’età orwelliana , con le masse ridotte ad un immenso allevamento di robot e il Conte del Castello di Kafka che le domina in eterno, bensì lo scoppio di una rivoluzione globale d’indirizzo umanistico , che deve prendere avvio proprio dal superamento del divide et impera in campo gnoseologico , grazie ad una scienza unificata nella quale convergano i contributi di tutti i singoli approcci , da me definita Umanologia.
Questa è la nuova frontiera, il New Deal , che sarà chiamato a ricostruire la società sulle macerie provocate dalle folli scelte di chi oggi governa. L’obiettivo è sostituire, al condizionamento odierno , la Partecipazione totale di domani, ossia una comunità gerarchica con la comunicazione dal basso verso l’alto, che i miei colleghi olandesi definiscono Sociocrazia, ma che può assumere molti altri nomi equivalenti. La battaglia è quindi appannaggio delle classi intellettuali, le più consapevoli e responsabili delle quali devono unirsi in questa missione salvifica e non più combattersi fra loro. Afferma Vilfredo Pareto che la storia è sempre guidata dalle élite. Lenin si mostra d’accordo con lui, assegnando tale compito all’ aristocrazia operaia, quale avanguardia della rivoluzione . Nessuno, tanto meno gli illuministi del 1700, si è mai illuso che essa potesse partire da masse prive di guida e di orientamento intellettuale.
Ecco un altro bel esempio di convergenza fra destra e sinistra, nel nome della libertà e della dignità umane! Prendiamone atto, e forse qualcosa finirà per cambiare!”
Prof.Carlo Vivaldi-Forti