Tra pochi giorni, probabilmente il 19 febbraio, la Corte dei Conti si pronuncerà sul ricorso che l’amministrazione comunale ha presentato contro la bocciatura – da parte della Sezione Regionale di Controllo per la Toscana – del piano di riequilibrio.
Nella memoria presentata dal Comune sono ricostruiti tutti i passaggi della vicenda, dall’iter che ha portato all’adesione della procedura di riequilibrio finanziario pluriennale all’incontro – avvenuto il 27 novembre – tra il magistrato istruttore della Sezione e l’assessore alle finanze Oria Mechelli. Quello stesso giorno tuttavia la Sezione ha respinto il piano di requilibrio del Comune. Perché? Nelle conclusioni si legge che «L’ente non ha operato una valutazione complessiva ed esaustiva della propria situazione amministrativa ed economico finanziaria, propedeutica all’individuazione di un corretto processo di risanamento». La Sezione Regionale cita «l’incompleta ricostruzione dei vincoli, la permanente carenza di liquidità, lo squilibrio strutturale di cassa» e ritiene che «il ricorso al piano di riequilibrio sia stato determinato più dall’intento di disporre di un arco temporale superiore al triennio per recuperare il disavanzo pregresso, che dall’esigenza di riportare all’equilibrio una situazione deficitaria».
Secondo l’amministrazione le conclusioni cui è pervenuta la Sezione Regionale non sono condivisibili per una serie di ragioni. Anzitutto, si legge nel ricorso, la Sezione si è discostata dal parere fornito dal ministero dell’Interno «in modo del tutto immotivato». Ovviamente, prosegue il ricorso «la Sezione Regionale ben può decidere di non condividere le valutazioni del Ministero, ma se intende discostarsene deve farlo motivando puntualmente su ogni profilo. Nella specie la Sezione Regionale sembra quasi essersi disinteressata dalla Relazione ministeriale giacché la sua analisi, nella sostanza, ne prescinde completamente; il che non può evidentemente accadere, pena altrimenti l’inutilità dell’istruttoria ministeriale».
Il ricorso definisce l’analisi del piano di riequilibrio svolta dalla Sezione Regionale «disorganica e volta a coglierne specifici profili di presunta incongruenza, ma non a dimostrarne la complessiva insostenibilità». In altre parole, «ammesso e non concesso che taluni aspetti del piano potessero presentare profili di criticità – continua il ricorso del Comune – la Sezione avrebbe dovuto dimostrare che da essi derivava l’inattendibilità della manovra decennale di riequilibrio proposta dal Comune stesso. Tale dimostrazione nella deliberazione impugnata manca del tutto. E tale omissione è oltremodo rilevante, ove si consideri la gravosità delle conseguenze derivanti dalla mancata approvazione del Piano sulla vita del Comune». Quest’ultimo è un chiaro riferimento al dissesto finanziario dell’ente.
«Alla luce dei dati del bilancio consuntivo 2013 è dunque evidente – prosegue il ricorso – che le misure indicate nel Piano di riequilibrio, contrariamente a quanto ritenuto dalla Sezione Regionale di Controllo, sono attendibili e idonee a superare e risolvere la situazione di squilibrio che ha indotto l’Ente a ricorrere alla procedura di riequilibrio».
Non esiste accordo nemmeno sulla non corretta quantificazione per più esercizi del risultato di amministrazione, sul mancato rispetto dei vincoli di destinazione delle poste di bilancio e sulla presenza di un disavanzo sostanziale, tutti aspetti che la Sezione regionale della Corte dei Conti contesta al Comune, ma di cui il Comune a sua volta rivendica la correttezza a partire dal disavanzo che non sarebbe stato assolutamente “sottostimato” come evidenziato dalla magistratura contabile.
Fonte Il Tirreno