La denuncia del capogruppo regionale di Più Toscana: “Per i pendolari toscani andare al lavoro è diventato un lavoro”

«Ennesima mattinata di passione per i pendolari lucchesi, pistoiesi e pratesi. Il treno 3027 in partenza da Pistoia alle 7.50 e diretto a Firenze ha accumulato quasi 30 minuti di ritardo». È quanto dichiara il capogruppo di Più Toscana, Antonio Gambetta Vianna, che raccoglie le denuncie di alcuni passeggeri che questa mattina si trovavano a bordo del convoglio.

«A bordo del treno – spiega – che nel tratto Pistoia-Firenze ha accumulato un ritardo progressivo di mezz’ora, c’erano un sessantina di passeggeri, quasi tutti pendolari diretti al lavoro. Ma la beffa è arrivata alla stazione di Prato quando le persone a bordo sono state improvvisamente informate di dover scendere dal treno e montare sul 3029, il primo convoglio utile per arrivare a destinazione, già carico di passeggeri diretti a Firenze.

Da qui comincia il copione che ormai ogni pendolare toscano conosce a memoria: persone stipate come bestiame dentro i vagoni, totale assenza di aria condizionata e finestrini sigillati. Insomma venti minuti da incubo che si aggiungono al danno procurato dal ritardo sulla linea e, come denunciato dalle persone a bordo, annunciato senza dare nessuna spiegazione circa i motivi. Si tratta del secondo caso segnalato nell’arco di 60 giorni sulla linea che collega Pistoia a Firenze. Il classico regalino per dare il benvenuto ai passeggeri di ritorno dalle ferie.

Tutto questo mentre si pensa a realizzare la terza corsia sulla Firenze Mare, potenziando il trasporto via gomma, maggiormente inquinante, che potrebbe essere sostituito da linee ferroviarie puntuali e potenziate che oggi sembrano finite nel dimenticatoio.

Un argomento che intendo portare al più presto in Commissione Mobilità e Infrastrutture dove chiederò che a essere ricevuti e a parlare siano proprio i passeggeri che ogni giorno si devono districare fra vagoni obsoleti, borseggi e ritardi. Andare al lavoro per i toscani non può e non deve diventare un lavoro».

Comunicato stampa