Ricca di spunti e riflessioni. Coldiretti Pistoia ha celebrato la Giornata del Ringraziamento 2024 a Pistoia, una manifestazione promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana (Cei) per rendere grazie per il raccolto dei campi e chiederne la benedizione per i futuri.
Vari i momenti della Giornata in pieno centro cittadino, tra Piazza Duomo, la Sala Maggiore del Comune e la Basilica di San Zeno.
“Una edizione particolare -ha commentato Fabrizio Tesi, presidente di Coldiretti Pistoia- in occasione degli 80 anni della Confederazione nazionale di Coldiretti”. Era il 1944, infatti, quando Paolo Bonomi, a guerra ancora in corso, fondò la Confederazione nazionale dei coltivatori diretti. “Ed è per questo che abbiamo iniziato la giornata in Sala Maggiore al Comune con il ricordo di questi intensi 80 anni che hanno dato dignità, diritti e reddito a noi agricoltori, ma che hanno fatto crescere l’intera società italiana”.
Dopo la rievocazione sono state consegnate le targhe e le pergamene ai Benemeriti 2024 di Coldiretti Pistoia. “Abbiamo premiato -continua Tesi- persone che hanno fatto e fanno la storia dell’agricoltura provinciale. 7 storie di donne e uomini, esempio dei nostri valori e dell’attaccamento alla Coldiretti e alla propria terra. Un riconoscimento ad un giovane che ci proiettano al futuro, a chi ha percorso per intero la storia della Coldiretti sin dagli albori. E poi riconoscimento ad un uomo e imprenditore appassionato che ci ha lasciato troppo presto”.
Presenti all’evento Sua Eccellenza Monsignor Fausto Tardelli Vescovo di Pistoia e Pescia, il Presidente di Regione Toscana Eugenio Giani, il Sottosegretario al Masaf Patrizio La Pietra, il Prefetto di Pistoia dottoressa Licia Donatella Messina, il Sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, i Consiglieri Regionali: Luciana Bartolini, Alessandro Capecchi, Federica Fratoni, Marco Niccolai. E poi gli Assessori comunali di Pistoia Gabriele Sgueglia, Benedetta Menichelli, e i Consiglieri Francesca Capecchi, Emanuela Checcucci, Cinzia Cerdini, Stefania Nesi. Presenti anche rappresentati delle Forze dell’Ordine.
Naturalmente presenti oltre ai tantissimi soci, la dirigenza di Coldiretti Pistoia e Letizia Cesani, la presidente di Coldiretti Toscana.
Fulcro della Giornata del Ringraziamento la Santa Messa celebrata nella Cattedrale di San Zeno e presieduta da S. E. Mons. Fausto Tardelli. Concelebrata da Don Luciano Tempestini, Consigliere Ecclesiastico della Coldiretti di Pistoia e da Don Luca Carlesi.
Una celebrazione ispirata dal messaggio per la Giornata del Ringraziamento 2024 della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la Giustizia e la Pace: La speranza per il domani: verso un’agricoltura più sostenibile. E conclusa con la benedizione dei frutti della terra e del lavoro portati fin sotto l’altare dagli agricoltori.
Come consuetudine c’è stata la benedizione dei trattori e degli altri mezzi agricoli in piazza del Duomo, disposti attorno a meravigliosi ulivi ornamentali, con il loro carico simbolico di pace, oltre alla capacità dei pistoiesi di saper ‘fare le piante’. L’ulivo è naturalmente l’albero dell’extravergine di oliva. Tra l’altro non è mancata la ‘degustazione di fettunta, a cura dei produttori di olio di Coldiretti Campagna Amica.
La Giornata è stata anche occasioni di sensibilizzazione e di raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare che porti l’Europa a cambiare strada sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola con l’obbligo dell’etichetta d’origine a livello europeo su tutti gli alimenti in commercio.
“Una Giornata del Ringraziamento molto sentita e stimolante -ha commentato Letizia Cesani Presidente di Coldiretti Toscana -, che per noi di Coldiretti è occasione di bilanci e nuovi propositi. Quella che si è appena conclusa è stata un’altra annata piena di insidie. Chi continua a negare i cambiamenti climatici nega la realtà dei fatti che noi agricoltori viviamo sulla nostra pelle e sulle nostre aziende. L’aumento delle temperature, gli eventi estremi, l’esplosione dei patogeni che trovano condizioni ottimali per diffondersi rappresentano una minaccia seria e presente. Gli ultimi eventi alluvionali, che hanno colpito la nostra regione, ferendo anche per la seconda, terza volta le stesse comunità, le stesse famiglie, le stesse imprese, ci pongono in una posizione di notevole ritardo rispetto agli effetti della crisi climatica. La presenza degli agricoltori diventa, in questo contesto, ancora più determinante e strategica nella cura di un territorio, soprattutto di quello montano e collinare, che a causa dell’abbandono di questi ultimi venti anni contribuisce a rendere i fenomeni ancora più violenti e devastanti. L’acqua che non scorre, ma corre portandosi via tutto quello che incontra. È tempo di rimettere l’agricoltura veramente al centro. La Giornata del Ringraziamento sia insieme a momento di preghiera collettiva e riflessione, un momento di coraggio”.
I SETTE BENEMERITI
40 anni di attaccamento alla maglia… gialla
Dario Mancini: da una vita alla ricerca delle migliori soluzioni per soci e imprese. Da 40 anni in Coldiretti, guida da 3 decenni l’ufficio zona di Coldiretti a Quarrata con passione, amore e attaccamento alla maglia, come i calciatori di una volta!
Un approccio ricambiato dai tanti agricoltori e cittadini che si rivolgono a Coldiretti per far crescere le aziende della zona e per tutti gli altri servizi: scali, previdenziali e assistenziali.
Dario, dopo il diploma in agraria, inizia a lavorare nell’azienda agricola di famiglia ed in un vivaio. Poi incontra il mondo Coldiretti che ancora oggi, a 62 anni, vive nelle vittorie sindacali (molte) e nell’impegno del lavoro quotidiano con il cuore limpido di chi ha una missione da compiere. A dispetto del suo ‘aplomb inglese’, Dario è pieno di passioni profonde: per l’Inter, per Montorio (il borgo sulle colline di Quarrata dove è nato) e per Coldiretti: la sua casa.
Il frantoiano giovane che tiene in vita il borgo antico
Lorenzo Spinelli ha una storia rappresentativa e ‘multifunzionale’. Ha 32 anni e insieme al padre tiene in vita il frantoio di Larciano Castello, un borgo di 30 anime. Il frantoio è stato ammodernato, mantenendo l’architettura originaria del 1781.
Un’attività produttiva che è anche attrazione turistica: riempie le stradine del borgo circondato da vigne e uliveti. Dopo il diploma in agraria, Lorenzo inizia a gestire 1500 ulivi producendo ottimo extravergine toscano. Poi diversifica. Impianta un frutteto e valorizza il casale di famiglia con vista sul borgo antico, creando un agriturismo: il frantoio porta clienti all’agriturismo, e l’agriturismo fa vendere più olio. Viva la multifunzionalità!
La Benemerita Pastora d’Italia
Gabriella Michelozzi è tante cose condensate in un corpo che riesce a interpretare centomila ruoli: cuoca contadina, pastora, mungitrice e casara, attrice (è tra le interpreti di un ¬lm premiato al festival di Torino), educatrice, animatrice, addetta alle piccole manutenzioni edili (oltre alla laurea in agraria, ha pure un diploma da geometra).
A tempo pieno gestisce, insieme alla sorella Stefania, l’Agriturismo Il Canto di Primavera del Sogno Antico, sul Montalbano Quarratino. Ma il ruolo che meglio interpreta è quello di Custode del Territorio: con l’ausilio di capre e pecore ha ripristinato una intera collina, divenuta per incuria una boscaglia piena di rovi. Ora, con muretti a secco riparati ed il ripristino idraulico-agrario di terreni difficili, quella che era una fattoria destinata all’abbandono è una miniera di biodiversità con tanti animali e amore, che tutti gli ospiti della Pastora possono vedere e sentire.
85 anni tra innesti e migliacci
Giovanni Ferroni da 70 anni innesta piante, con la tessera Coldiretti in mano. Ha cominciato a 15 anni e nel tempo ha ampliato e trasformato l’azienda agricola di famiglia, passando poi la mano alla nuova generazione. Oggi continua per diletto ad innestare:
da un ramo della pianta della varietà che si vuole ottenere prende la ‘marza’ che va ad inserire sul porta innesto.
È così che faceva, è così che continua a fare! Una tecnica che ha reso importante il suo vivaio e tutto il vivaismo ornamentale pistoiese.
Inoltre, l’amore per le origini Giovanni lo mette in campo, un’altra volta all’anno, con tutta la sua ormai grande famiglia: la moglie Parisina, ¬gli, nuore, nipote. Tutti i Ferroni, capitanati da Giovanni si attivano per organizzare ‘a casa loro’ la serata dei migliacci, le ‘crepes’ a base di sangue di maiale che riporta Giovanni ai tempi della guerra dove tutte le componenti del maiale diventavano alimento, una rievocazione godereccia e prelibata, che rende felice l’innestatore.
L’uliveta ereditata dall’amata moglie, che a 96 anni continua a curare
Giorgio Cantini è nato nel 1928. A 96 anni ha sempre la tessera Coldiretti in tasca. Artigiano, produceva biancheria nel suo laboratorio a Catena, collaborando anche con l’azienda agricola della moglie, Maria Stella Becagli, che purtroppo scompare un quarto di secolo fa. Da allora Giorgio si dedica a tempo pieno a coltivare ed ingrandire l’uliveta ereditata dall’amata moglie, con una cura che avrebbe dedicato a Maria Stella. Una cura per l’uliveta che ancora dura e da cui ricava olio Toscano IGP. Ha sempre gestito in totale autonomia tutte le attività inerenti al podere dell’azienda agricola. Solo negli ultimi anni ha ‘accettato’ l’aiuto dalla famiglia alla quale ha trasmesso tutta la sua dedizione e determinazione.
101 anni, la continuità che aiuta il futuro
Nata nel 1923 Corilla Barontini rinnova la tessera dai tempi di Emilio Bianchi, il fondatore a Pistoia della Coldiretti appena dopo la guerra. Corilla è nata e vive a Masiano, sposò Osvaldo Bartolini nel 1944, a guerra in corso. Mamma di tre figli (Giancarlo, Luisetta ed Alfredo Stefano) e tanto lavoro nei campi. Intanto l’azienda si ingrandisce. Nel 1962 l’azienda inizia a trasformarsi, virando sempre più verso la produzione vivaistica, che dopo la morte di Osvaldo prende il nome di “Eredi di Bartolini Osvaldo”, di cui Corilla è sempre socia (e si interessa dell’attività aziendale), paga i contributi e, naturalmente, è tesserata Coldiretti.
Corilla è quel continuum che fa della Coldiretti un’associazione proiettata al futuro con radici ben piantate nella sua storia.
Un imprenditore appassionato
Marco Carlesi un imprenditore appassionato del suo lavoro, che ha condiviso e portato avanti in armonia con il fratello il sogno di costruire un’azienda vivaistica di famiglia in cui i figli e i collaboratori potessero lavorare e crescere, guidati dalla giusta ambizione di voler costruire un’attività solida, senza però lasciarsi contaminare dall’ingordigia di voler troppo e subito.
Ci ha lasciato pochi mesi fa. Ha combattuto negli ultimi 4 anni di vita contro un tumore, e seppur dispiaciuto all’idea di dover andarsene, ripeteva “L’importante per me sarebbe rimanere in grazia di Dio. Voglio cercare di restare sereno e consapevole sino alla fine.”
La sua è una bella testimonianza su come affrontare un momento di difficoltà, lasciando in chi resta un segno di luce e di pace, molto più grande della nostalgia.
Ufficio stampa Coldiretti – Pistoia
Comunicato stampa