Le aziende agricole luogo di salvezza e riscatto per le donne vittime di violenza. L’agricoltura può e vuole giocare un ruolo di primo piano nell’aiutare e sostenerle. Con circa 17 mila imprese agricole gestite da donne la campagna è già in campo con esempi concreti. Dalla prima accoglienza al reinserimento lavorativo, dalla raccolta e distribuzione di alimenti alla panchina rossa a 1.300 metri di altezza, linguaggio universale del no alla violenza, sono già diverse in Toscana le aziende agricole che nel completo anonimato collaborano con i centri antiviolenza mettendo a disposizione a volte un tetto, altre un lavoro insieme a umanità, conforto, solidarietà ed amicizia. A livello nazionale quasi un’azienda agricola su cinque tra quelle che fanno agricoltura sociale offre accoglienza residenziale per persone in disagio e fragilità, proprio come le donne vittime di abusi, secondo l’analisi Coldiretti su dati Welfare Index Pmi.
A fornire uno spaccato di un “mondo” silenzioso che lotta per diffondere la cultura del rispetto è stata Donne Coldiretti Toscana in occasione del convegno “Coltivare il cambiamento, comprendere e contrastare la violenza di genere” promosso in collaborazione con “La Toscana delle Donne” della Regione Toscana nell’ambito del progetto Agoragri che si è tenuto a Casa Coldiretti a Firenze. L’iniziativa, voluta dalle imprenditrici agricole di Coldiretti che si è tenuto nel contesto del calendario di attività della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne che si è celebrata il 25 novembre, punta a sensibilizzare le campagne sull’esistenza dei centri antiviolenza con cui diverse realtà toscane dialogano e partecipano stabilmente.
“Il nostro mondo può e vuole fare di più perché questa è una battaglia culturale per una società nuova basata su una vera parità di genere. – ha spiegato Michela Nieri, Responsabile Donne Impresa Toscana – Vogliamo e possiamo mettere a disposizione della Toscana delle Donne e dei centri antiviolenza la nostra rete di imprese distribuite su tutto il territorio per fare informazione e prevenzione in maniera diffusa e capillare. Serve un passo in avanti, da parte di tutti: nessuno di noi può fare tutto da solo ma insieme possiamo fare la differenza. Questa è una giornata nella quale possiamo fare la differenza. Il cambiamento non è solo possibile, è necessario”.
La Regione Toscana è fortemente impegnata a cambiare le carte di un gioco crudele che ha costretto, solo nell’ultimo, 4.500 donne a rivolgersi ad un centro antiviolenza mentre 2.000 sono stati gli accessi in codice rosa al pronto soccorso per maltrattamenti. “In Toscana grazie anche ai fondi Feasr un terzo delle imprese agricole sono guidate da donne. E la Regione sta cercando di incentivare la presenza femminile attraverso l’inserimento di criteri di premialità. – ha detto la capo di gabinetto Cristina Manetti e ideatrice de La Toscana delle Donne – Un terzo di donne in agricoltura rappresentano un peso specifico, in un ambito in cui, a parte chi ci lavora, ancora vive l’idea diffusa che certi settori siano appannaggio degli uomini. Questa crescita è un segnale importante che come Regione e come Toscana delle Donne sottolineiamo con piacere. Oggi però siamo qua a parlare di violenza, all’indomani del 25 novembre e, non mi stancherò mai di ripeterlo, il contrasto alla violenza di genere si fa con un percorso di affermazione dei diritti delle donne che significa esser tutti uniti in questa battaglia che non è una battaglia di donne per le donne ma una battaglia che ci deve vedere assolutamente insieme. Nell’ultimo anno vedo sempre più uomini impegnati in prima fila e mi fa piacere perché senza di loro non potremmo farcela”.
Fondamentale è stata la legge di orientamento voluta da Coldiretti che ha favorito il proliferare dell’agricoltura sociale. In Toscana sono 108 le aziende agricole autorizzate. “Parliamo di aziende che hanno fatto della dinamicità e della multifunzionalità, declinata al massimo dell’efficienza e della creatività, uno strumento di crescita e sviluppo. Il nostro è un ambito lavorativo dove le donne possono realizzarsi, anche economicamente; un ambito che consente libertà di scelta e giudizio in un clima di rispetto. – ha ricordato la presidente regionale di Coldiretti, Letizia Cesani – La legge di orientamento predispone le nostre aziende ad un nuovo welfare agricolo che consente alle imprese di accogliere nelle loro strutture anche soggetti fragili come lo sono le donne in fuga da uomini violenti. La nuova vita
In Toscana, uno degli esempi consolidati della collaborazione è quello tra Coldiretti ed il centro antiviolenza “Non ti scordar di te” della Valle del Serchio rappresentato, in occasione del convegno, dalla vice presidente Valentina Folegnani e da Vittoria Buonagurelli Cardella. “Coldiretti è da molti anni impegnata a collaborare con il centro antiviolenza della Valle del Serchio. Abbiamo raccolto e distribuito pacchi alimenti, sostenuto raccolte fondi, donato fiori, organizzato pranzi e corsi di inclusione, messo a disposizione i nostri Caf, abbiamo assunto in uno degli uffici di Coldiretti una delle ragazze che sono passate dai centri antiviolenza e poi dai centri per l’impiego. – ha spiegato Francesca Buonagurelli, imprenditrice agricola ed operatrice del centro antiviolenza – ln tanti aspetti le donne hanno cambiato la tradizione agricola con il lavoro e l’impegno. Le nostre aziende sono spazi dove ricominciare, ripartire, ritrovando una indipendenza economica che rappresenta una prigione per una donna che non ha via di uscita. La strada che dobbiamo percorrere è ancora lunga, lo dicono i numeri, ma insieme sarà più facile”.
Al convegno hanno partecipato la presidente regionale di Coldiretti, Letizia Cesani, la responsabile regionale del movimento Donne Coldiretti, Michela Nieri, Cristina Manetti (capo gabinetto del Governatore Eugenio Giani e ideatrice del Festival La Toscana delle Donne), Francesca Buonagurelli (responsabile Donne Coldiretti Lucca e direttivo centro antiviolenza Non ti scordar di me), Valentina Folegnani (vice presidente centro antiviolenza Non ti scordar di me) e Vittoria Buonagurelli Cardella (operatrice specializzata centro antiviolenza Valle del Serchio). Il convegno è stato coordinato dal direttore regionale, Angelo Corsetti.
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Andrea Berti
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Fonte: Comune di Pistoia