La lettura dei risultati dell’export manifatturiero di Lucca, Pistoia e Prato nel 3° trimestre 2023 è particolarmente complessa: sul dato numerico influiscono infatti contemporaneamente più fattori che rendono difficile comprenderne l’effettiva portata economica. Tre i fattori che condizionano più fortemente l’interpretazione dei risultati emersi dalle elaborazioni del Centro studi di Confindustria Toscana Nord sui dati Istat: il rallentamento economico che si è fatto più intenso con la seconda parte dell’anno; l’andamento di costi e prezzi (costi di materie prime, oltretutto incidenti in maniera differenziata a seconda dei vari prodotti, e di energia e gas; anche in conseguenza di questi, prezzi di vendita dei prodotti esportati), considerato che i dati Istat a livello provinciale sono circoscritti ai soli valori e non danno quindi elementi sui volumi; il fattore statistico del confronto con un anno, il 2022, che è stato, soprattutto per alcuni settori, ancora di pieno rimbalzo post-covid, quindi con risultati particolarmente positivi – in parte legati anche all’andamento dei prezzi – che rendono arduo ogni confronto.
Con questa indispensabile premessa, il risultato a quota -3,4% del valore dell’export manifatturiero di Lucca, Pistoia e Prato nel 3° trimestre 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022 emerge da situazioni molto differenziate, più o meno condizionate dai fattori citati, di settori e tipologie di prodotti.
Nel caso di Lucca, sul -2,9% complessivo giocano un ruolo forte da un lato il cartario, con un -22,8% che non deve in alcun modo spaventare dato che il termine di confronto, il 2022, ha avuto prestazioni superiori del 60% rispetto al periodo pre-covid; dal lato opposto, in positivo, la perdurante galoppata della nautica che segna +34,8% su un già ottimo 2022. Le stesse considerazioni fatte per il cartario valgono anche per la chimica e la plastica, entrambe intorno a -20% a fronte di un 2022 che però aveva raggiunto o superato quota +30% rispetto al 2019, e per i metalli e prodotti in metallo (-38,9%, con un 2022 arrivato a quota +47% rispetto al 2019); in linea invece con la nautica, sia pure con valori più contenuti, l’alimentare, con +10,8% rispetto allo stesso trimestre del 2022, anno che nel suo complesso ha segnato +37,5% sul 2019. Più regolari e meno estremi i risultati della farmaceutica (+11,5%), dei macchinari (-5%), dei settori della moda (-7,8%) e anche del lapideo (-18%, dopo un 2022 che comunque aveva segnato un incremento superiore al 6% rispetto al pre-covid).
All’insegna della regolarità il complesso del dato pistoiese: il valore dell’export manifatturiero di Pistoia nel 3° trimestre 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022 è stabile (+0,3%), senza troppi scossoni in nessuno dei settori più rilevanti. In ordine di incidenza delle rispettive quote nel complesso del valore dell’export 2023, i settori della moda realizzano -7,4% (tutti più o meno nettamenti negativi, incluso il calzaturiero con -8,1%, tranne la maglieria con +13% e l’abbigliamento con +3,2%, entrambi dopo un buon 2022), l’alimentare +12,8% (dopo un 2022 che aveva superato l’anno pre-covid 2019 di quasi il 40%), i mezzi di trasporto incluso il ferroviario con +10,9%. I settori a seguire gomma-plastica e cartario sono accomunati da prestazioni negative che scontano però il confronto con un 2022 di grandi risultati: rispettivamente, -13,3% sul 3° trimestre di un 2022 che però complessivamente aveva visto un incremento sul 2019 superiore al 50%, e -21,4% a fronte di un 2022 prossimo al +30% sul 2019. Chiudono la serie i macchinari e apparecchi con +4,1%, i mobili, inclusi i materassi, con -4,3%, i prodotti in metallo con +1,6%, la chimica con -7,2% e gli apparecchi elettrici con -28,5% (gli ultimi due con 2022 eccezionali rispetto al 2019, rispettivamente +60% e +77,9%).
Quanto a Prato, il valore dell’export manifatturiero nel 3° trimestre 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022 è a quota -5,8%, un dato non pesante tenuto conto che il 2022 nel suo complesso segnò quasi +20% rispetto all’ultimo anno pre-covid 2019. Un valore elevato, quello del 2022, dovuto da un lato all’incremento dei prezzi, dall’altro alla ripresa del mercato del tessile-abbigliamento conseguente un sostanziale ritorno alla normale socialità dopo lo stop della pandemia: elemento fondamentale, questo, per l’andamento del settore moda che da solo costituisce oltre i tre quarti del valore dell’export pratese. Focalizzando l’attenzione sul distretto tessile pratese – provincia di Prato e comuni limitrofi di Firenze e Pistoia – si giunge al -14,6% del complesso dei prodotti tessili sul 3° trimestre 2022, anno che nel suo complesso per il settore segnò +20,3% sul 2021 e +9,3% sul 2019. Peculiare l’andamento del meccanotessile, che nel 3° trimestre 2022 segna rispetto allo stesso periodo del 2022 +79,9%: un dato per la cui lettura occorre tenere conto delle prestazioni del 2022, leggermente negative (-2,3%) sul 2021 e solo moderatamente positive (+8,8%) sul 2019, e anche delle caratteristiche di un settore con tempi piuttosto lunghi di lavorazione di beni con elevato valore, pertanto soggetto a oscillazioni anche consistenti.
Ufficio stampa CTN
Comunicato stampa