Si avvicina la scadenza dell’affidamento del servizio idrico a Publiacqua fissata per il 31
dicembre 2024.
L’Autorità Idrica Toscana, applicando le indicazioni contenute nel Metodo Tariffario predisposto da ARERA, ha determinato il Valore Residuo, ossia il corrispettivo che il gestore subentrante dovrà pagare a Publiacqua per acquisire le immobilizzazioni materiali
ed immateriali che costituiscono ladotazione del servizio idrico.
Tale importo ammonta, al 31.12.2024, a € 301.337.082 (immobilizzazioni nette
più lavori in corso)
Il valore determinato dall’A.I.T. è stato approvato dall’assemblea della stessa Autorità, nella quale sono presenti anche soci di Publiacqua. Ne consegue che i sindaci dovrebbero conoscere il valore delle immobilizzazioni di Publiacqua; così come dovrebbero averne verificato la corrispondenza.
Tuttavia nel bilancio 2022 di Publiacqua il valore delle immobilizzazioni (al netto dei
contribuiti iscritti in bilancio) è di € 420.714.551, con una una differenza, rispetto a quello
calcolato da A.I.T., di € 119.377.469: una differenza che aumenterà nel 2023 e 2024 per
gli investimenti previsti dal Piano d’Ambito e ammontanti a € 228.231.960.
Tale differenza avrà effetti negativi, riducendo il patrimonio netto di Publiacqua, cioè il
capitale proprio dei soci: costituirà una sopravvenienza passiva, ossia una perdita.
Che cosa è successo?
L’origine del problema è nella diversa quantificazione dei contributi a fondo perduto e
delle anticipazioni per finanziare nuovi investimenti: dipende infatti dalla voce
denominata “saldo contributi in conto capitale”.
Nel calcolo di A.I.T. tale voce ammonta a € 238.058.407, mentre nel bilancio 2022 di
Publiacqua essa ammonta a € 57.012.826, con una differenza di € 181.045.581.
La differenza è generata dalla diversa modalità di contabilizzazione, da parte di
Publiacqua, dei contributi e delle anticipazioni pagate dagli utenti per finanziare gli
investimenti.
La rilevazione dell’A.I.T. è in linea con l’impostazione del Piano Tariffario (anche se dai
nostri calcoli non comprenderebbe l’intero importo dei contributi e delle anticipazioni
pagate dagli utenti).
Publiacqua utilizza, come spiegato nella Nota Integrativa del Bilancio 2022, una
procedura diversa – anch’essa legittima -, ma non in linea con l’impostazione del Piano
tariffario.
Con questa procedura Publiacqua ha considerato parte dei contributi e delle
anticipazioni degli utenti come utili indisponibili sino al realizzo degli investimenti mentre
la parte maggiore è stato considerato un ricavo della gestione senza alcun vincolo,
incrementando in questo modo il proprio Patrimonio Netto.
La stessa Publica, nella Nota Integrativa al bilancio, a pag. 64,, ha ammesso l’esistenza
del problema con la precisazione: “La differenza tra ammortamento tariffario ed
ammortamento contabile per i beni entrati in funzione, porta di conseguenza ad una
differenza prospettica tra il valore residuo regolatorio a fine concessione e il valore
contabile del cespite”, e dal 2020 ha cambiato il criterio di valutazione degli
ammortamenti proprio per evitare la sopravvenienza passiva.
Poiché il valore che il nuovo gestore riconoscerà a Publiacqua è quello quantificato da
A.I.T., Publiacqua riceverà dal gestore subentrante una somma inferiore a quella iscritta
a bilancio e non potrà nemmeno opporsi, perchè la modalità adottata da A.I.T. è quella
prevista dalla legge e da ARERA.
I sindaci dei comuni che sono allo stesso tempo soci di Publiacqua e componenti
dell’assemblea dell’AIT sono consapevoli di questa differenza macroscopica?
Sono al corrente del fatto che in virtù di questa differenza al momento del subentro del
nuovo gestore il patrimonio netto di Publiacqua sarà di oltre 100 milioni di euro inferiore
rispetto al valore atteso?
Dal 2016 al 2024 Publiacqua ha incassato o incasserà, quale costo degli investimenti,
901 milioni di euro, di cui 314 milioni a titolo di contributo o anticipazione degli utenti, a
fronte di 786 milioni. € 115.695.099 in più per il fabbisogno per investimenti, ma ci
raccontano che le tariffe sono alte perchè il servizio idrico richiede ingenti investimenti.
Per effetto del minore trasferimento al gestore subentrante, i 340 milioni, che sono un
finanziamento degli utenti al gestore (vedasi capitolo “Questione FoNI” nel dossier),
potrebbero non essere in gran parte rimborsati.
Non compete a noi valutare i criteri adottati da Publiacqua. Tocca ai soci e a chi ne ha la
competenza.
Noi vogliamo solo accertare la responsabilità politica di chi ha approvato documenti
importanti senza approfondirli, contribuendo a provocare un danno patrimoniale ai
Comuni, vale a dire alla comunità intera.
In conclusione i Comuni devono quadrare i loro bilanci con le entrate fiscali locali e con i
trasferimenti dallo Stato: poiché non ci riescono, ricorrono all’aumento delle tariffe per
introitare dividendi e integrare le entrate dalla fiscalità generale.
Il prospetto seguente, elaborato per allineare il bilancio di Publiacqua al 2022 con il
calcolo del Valore Residuo, è indicativo degli effetti, sostituendo nello Stato Patrimoniale
solo il valore delle immobilizzazioni e dei contributi, della possibile e probabile
sopravvenienza passiva (perdita) che è di oltre 110 milioni di euro al 31.12.2022 dopo
avere cambiato, dal 2020, in modo opinabile, il criterio di valutazione degli
ammortamenti aumentandoli per evitare un’elevata sopravvivenza passiva (perdita) al
termine dell’affidamento riducendo, però, gli utili dallo stesso anno

Acquabenecomune Pistoia e Valdinievole

Comunicato stampa