Si è chiuso a Milano il Micam, salone internazionale leader a livello mondiale per le calzature e il punto di incontro per gli operatori provenienti da tutto il mondo. L’appuntamento di settembre presenta, come sempre, le collezioni primavera-estate della futura stagione. Raccogliamo dunque le impressioni di Marco Fagni, imprenditore di riferimento del territorio e componente del Consiglio Generale di Assocalzaturifici. ” Il salone è stato affollato, abbiamo visto tanti buyer da ogni parte del mondo; sono comprensibilmente mancati i russi, e altri compratori di alcuni paesi asiatici. Ma nel complesso il salone si è dimostrato sempre vivo e vitale, ottima occasione per presentare le collezioni che escono dalle nostre aziende. La partecipazione dei clienti è stata decisamente interessata, il nostro continua a essere un prodotto il cui tratto principale, l’artigianalità. piace. Anche confrontandomi con i colleghi di altre parti di Italia, abbiamo constatato tuttavia che all’interesse a visionare modelli nuovi non sempre corrisponde la firma di contratti, ed é diffusa infatti una certa cautela negli acquisti. Non è un fenomeno che ci sorprende, e che è dovuto a rimanenze, anche notevoli, della stagione appena conclusa. Anche questo è un effetto del post pandemia; i venditori, dopo il lockdown, anche grazie alle vendite on line, avevano svuotato i magazzini; e nell’immediata ripresa dalla pandemia li hanno riforniti talvolta in modo eccessivo. Quelle rimanenze pesano adesso, e limitano nuovi acquisti. E’ un fenomeno che vale per l’estero e per l’Italia, ormai le dinamiche di vendita sono identiche nel mercato globale delle calzature.Tuttavia credo che nel complesso il bilancio sia più che positivo, un appuntamento che ogni anno dà nuovi stimoli e relazioni”.

Quanto all’andamento di settore, negli ultimi anni si sono fatti strada segnali di consolidamento strutturale del settore. Secondo i dati più recenti disponibili, fra il 2018 ed il 2021 a Pistoia si registra una sostanziale tenuta del numero degli addetti. Per il 2022 si può stimare un valore della produzione per l’area Lucca-Pistoia di 586 milioni di Euro ed un valore aggiunto di 137 milioni di Euro.

Secondo l’indagine sulla congiuntura del Centro Studi di Confindustria Toscana Nord, la ripresa dei livelli produttivi che si è protratta per tutto l’anno trascorso si è interrotta all’inizio del 2023, sulla scia di un peggioramento della domanda che ha coinvolto in ugual misura gli ordini dall’interno e dall’estero. Nel mese di luglio, inoltre, le previsioni di probabile riduzione degli ordini nel trimestre successivo erano nettamente prevalenti rispetto a quelle di crescita, riflettendo il peggioramento del contesto macroeconomico.

Nonostante lo scenario congiunturale poco soddisfacente, il saldo fra previsioni di crescita e diminuzione dei livelli di occupazione è rimasto positivo nel secondo trimestre, fornendo ulteriore supporto all’ipotesi che, nonostante la fase congiunturale non positiva, il settore attraversi una fase di consolidamento.

Durante il 2022 la crescita delle esportazioni di calzature dell’area Lucca-Pistoia è andata molto oltre il positivo dato italiano, recuperando in parte la maggior flessione del 2021. Il secondo trimestre del 2023 mostra però di nuovo una contrazione. Rispetto alla “media Italia” il profilo delle esportazioni dell’area è soprattutto caratterizzato da una ripresa inferiore dopo il periodo peggiore della pandemia, tuttavia, i tassi di variazione sono stati abbastanza allineati durante gli ultimi trimestri.

In foto: Marco Fagni

Ufficio stampa CTN

Comunicato stampa