Il noto stilista Luca Piattelli, la cui base di lavoro è il noto atelier di Chiesina Uzzanese, non interrompe la sua crescita imprenditoriale e commerciale, che aveva subito un inevitabile rallentamento a causa della pandemia, dopo che erano stati esplorati alcuni mercati orientali come Hong Kong e diverse parti della Cina.
La sua proposta di franchising ha trovato ora il gradimento di una serie di investitori indiani e Luca Piattelli è volato in India per perfezionare questa operazione, le cui basi sono state avviate da tempo.
Prima tappa del viaggio in India la visita all’ Ambasciata Italiana guidata da Vincenzo De Luca, che sta seguendo con il personale diplomatico da vicino questo progetto che, a regime, vedrà l’apertura di una ventina di atelier griffati Luca Piattelli sparsi nel paese. In quella sede Piattelli ha incontrato anche i responsabili dell’ICE, l’agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, organismo attraverso il quale il governo italiano favorisce il consolidamento e lo sviluppo economico-commerciale delle nostre imprese sui mercati esteri.
Un progetto che è totalmente italiano sia nella scelta dei materiali di arredo che di tutte le fasi di lavorazione, compreso l’utilizzo di prodotti di cosmesi e tutto quanto sarà necessario per lo svolgimento dell’attività.
Come primo passo, ci sarà l’apertura di un negozio pilota a New Dheli, dal quale poi prenderanno vita tutti gli altri atelier disseminati sul territorio, seguendo quelli che sono i centri della bellezza e del benessere indiani, gestiti dagli investitori locali, che saranno formati comunque secondo i criteri e le norme utilizzati sul territorio italiano da Luca Piattelli. Tutti somiglianti a quello di Chiesina Uzzanese, considerato uno dei più belli e funzionali d’Italia.
“Si tratta certamente di un progetto molto impegnativo e che necessiterà di essere seguito con molta attenzione, specialmente nella fase iniziale- commenta lo stilista Luca Piattelli-. La forma del franchising ci obbliga a selezionare, per evitare che ne risenta la nostra reputazione, alla quale lavoriamo da anni. Mi fa molto piacere avere ricevuto pieno sostegno dall’ambasciata italiana, che vede questa operazione con grande interesse, visto che è veramente tutta made in Italy. A una prima impressione, gli investitori indiani sono motivati e sanno come muoversi in un mercato così variegato e importante, visto che sono molti i potenziali clienti, su una popolazione che ormai ha superato di gran lunga il miliardo di unità”.
Massimiliano Paluzzi