“La circolazione dei crediti fiscali è uno dei nodi più problematici al momento, sia perché vede coinvolta una fetta consistente dell’economia reale sia perché, a seconda dell’interpretazione che prevarrà, potrebbero esserci pesanti ripercussione anche sulle finanze pubbliche”. Ad affermarlo Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia, che analizza: “Il credito di natura fiscale può essere classificato come pagabile o non pagabile; se non pagabile si intende come sconto sulle tasse, viceversa, se pagabile dà diritto a un rimborso liquido e proprio qui viene il problema anche per lo stato. Secondo le interpretazioni di Istat, Ragioneria Generale dello Stato, Ufficio Legislativo del Ministero dell’Economia e, forse dell’Eurostat, da cui attendiamo chiarezza in tempi rapidi, se i crediti non pagabili fossero cedibili diventerebbero pagabili, comportando, secondo le stime, 100miliardi di debito pubblico in più. Di fronte a questa previsione, si è optato per limitare la cedibilità dei crediti, fino a una pressoché impossibile circolazione. Il risultato è: cassetti fiscali pieni e crisi della filiera edile; a caduta anche minori entrate per lo Stato sia dirette sia indirette”. “Ma c’è un errore di interpretazione – rileva Mazzetti – perché trasferire un credito in alcun modo altera la sua natura contabile. Quello che si è consolidato è, infatti, un approccio tutto da correggere. La frazionabilità del credito e il suo utilizzo – ribadisce Mazzetti – sia in parti sia su annualità differenti non comporta un aumento del debito. Non ci dev’essere confusione su questo punto: dobbiamo dare tranquillità e chiarezza, non far precipitare nello sconforto gli operatori e le imprese, con lo spettro dei cassetti fiscali ancora fermi, quindi senza liquidità, con un conseguente blocco dei cantieri, proprio ora che devono partire anche molte opere pubbliche”. “Per fronteggiare tutto questo – ricorda – Forza Italia ha presentato una mozione, di cui sono prima firmataria, che parte dalla necessità di snellire i passaggi e rendere frazionabile il credito. Ci siamo posti, infatti, il problema di salvaguardare imprenditori, professionisti e soprattutto i cittadini perché si avvicinano le scadenze, il 31 marzo per le unifamiliari e il 31 dicembre per i condomini, e se non ci sarà un aumento di due classi energetiche i cittadini dovranno restituire i soldi all’Agenzia delle Entrate, con probabile sanzione. Per questo ribadisco lo stop alle interpretazioni capziose come quella sui crediti e ribadisco anche la necessità di snellire il sistema delle cessioni”, conclude Mazzetti.

Ufficio stampa: Lorenzo Somigli

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